Trentamila docenti idonei al concorso per docenti del 2020 si trovano in una situazione di grande incertezza, rischiando di non essere mai assunti a tempo indeterminato durante gli anni dei concorsi PNRR (2024, 2025 e 2026). Nonostante la presenza di migliaia di cattedre vacanti, questi idonei saranno utilizzati principalmente per coprire le supplenze, senza alcuna garanzia di stabilizzazione futura anche perché sono stati autorizzati per il ruolo solo 45.124 posti autorizzati a fronte di 64.156 posti vacanti e disponibili, il numero più basso di sempre.
In segno di protesta, il 30 agosto alle 11, i docenti idonei si riuniranno in dieci città italiane per manifestare contro quella che percepiscono come un’ingiustizia, sentendosi ingiustamente esclusi dalle opportunità di assunzione, i presidi si terranno davanti agli Uffici scolastici regionali di dieci regioni.
Il concorso del 2020, indetto ad aprile dello stesso anno, ha subito i ritardi dalla pandemia di Covid-19, che ne ha causato il rinvio a data da destinarsi. Quando il concorso è stato finalmente ripreso nel gennaio 2022, le modalità sono state semplificate, prevedendo una sola prova scritta a risposta multipla. Tuttavia inizialmente soltanto i candidati che si sono classificati entro i posti disponibili hanno ottenuto l’assunzione, mentre gli idonei sono rimasti esclusi.
Successivamente, è stato deciso di ampliare le graduatorie per includere anche gli idonei ma le loro immissioni in ruolo a tempo indeterminato ma legate a doppio filo alle 70.000 immissioni in ruolo dei concorsi PNRR, e ciò solo se rimarranno posti disponibili.
I concorsi ordinari PNRR, introdotti dal governo Draghi, prevedono due fasi: una selezione iniziale e successivamente un percorso di abilitazione all’insegnamento tramite corsi universitari a pagamento di 30, 36 o 60 CFU. Tuttavia, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha deciso di non assegnare tutte le cattedre vacanti a causa dei pensionamenti, accantonando circa 18mila posti per i futuri concorsi PNRR, mentre lo scorso anno furono accantonati ben 30mila posti. Questo accantonamento riduce drasticamente le opportunità di assunzione per gli idonei del concorso 2020, che vedono le loro possibilità di stabilizzazione professionale sempre più limitate.
Questa situazione ha suscitato rabbia, sconcerto e delusione tra gli idonei del 2020. Questi docenti, dopo aver superato prove scritte e orali, ottenuto una laurea e completato 24 CFU universitari in ambito pedagogico e didattico, rischiano di restare precari per un tempo indefinito. Non solo potrebbero essere scavalcati dai vincitori del primo concorso PNRR, ma anche da quelli dei successivi concorsi previsti quest’autunno e nell’estate 2025, aggravando ulteriormente la loro precarietà lavorativa. Per questi motivi, i docenti idonei hanno deciso di non restare in silenzio e di continuare a lottare per i loro diritti come hanno già fatto in passato per essere inseriti nelle graduatorie di merito e ottenerle ad esaurimento.
Mi scusi ma l’articolo riporta che il concorso si è svolta in modalità semplificata con una sola prova scritta. Assolutamente non è così il concorso si è svolto con prova scritta e prova orale con una simulazione di lezione.
Inizialmente il concorso prevedeva 3 prove , una preselettiva sempre scritta che il Ministro Brunetta decise di semplificare proprio perché il concorso si è svolto in pandemia. Numerose furono le colleghe che non poterono partecipare perché contagiata e in isolamento. Vi invito a correggere grazie
Buongiorno, confermo l’errore…
il concorso è stato ordinario e molto selettivo per giunta. Per la mia classe di concorso sono state svolte 3 prove, scritto (in cui siamo passati 1 su 4), prova pratica di ben 10 ore nel mese di Luglio, orale su materia, pedagogia e leggi.
Grazie