Prof. ssa Margherita Stimolo, presidente del Coordinamento Nazionale Docenti Abilitati

Prof. ssa Margherita Stimolo, presidente del Coordinamento Nazionale Docenti Abilitati

Il 27 ottobre è iniziata in Lombardia una nuova fase della campagna vaccinale, con la somministrazione della terza dose. Una campagna fortemente voluta dalla responsabile del welfare della regione, Dott.ssa Letizia Moratti, iniziata il 9 ottobre dello scorso anno, e a breve saranno convocati i docenti.


Come i docenti lombardi percepiscono questa situazione?


“Gli interventi precedenti hanno illustrato bene i diversi punti di vista relativi alla campagna vaccinale. Riferendomi ai dati, voglio ricordare che i docenti che prima del green pass non avevano nemmeno la prima dose di vaccino erano pochissimi, poco più del 9% del totale. Ciò significa che i docenti, così come tutti i lavoratori della scuola, si sono sottoposti -prima di qualunque obbligo- alla campagna vaccinale, perché da subito hanno percepito l’importanza del vaccino per il senso del dovere, dovere di proteggere sé stessi, ma soprattutto per gli studenti, per le famiglie ecc. Come si è detto, la comunicazione scomposta che è stata data all’inizio della campagna, ha generato molti dubbi. Non dimentichiamo il caos che si è avuto con Astrazeneca: prima è stato somministrato, poi sospeso, ecc. per cui i docenti hanno vissuto con grande difficoltà queste comunicazioni contorte, a volte completamente opposte l’una dall’altra. Non solo la comunicazione, ma quello che avveniva relativamente agli effetti collaterali, le paure, è chiaro che la maggior parte dei docenti hanno vissuto, ha comportato delle difficoltà. La maggior parte vede benissimo il green pass, perché la certificazione li fa sentire più sicuri, mentre c’è un’altra percentuale che non la vede di buon occhio. Quindi anche la terza dose è vista con titubanza, considerando anche per quello che si vede a scuola: sistemi di areazione inesistenti, la gestione trascurata dei trasporti: ancora oggi con la metro a Milano si fa fatica ad entrare nei vagoni dalla folla che c’è, i controlli sono pochi, molti non hanno la mascherina, tutto questo non è cambiato dai mesi passati. Anche il discorso dell’autodichiarazione fa riflettere. Sapete che i ragazzi, quando hanno problemi di salute, si assentano e quando rientrano devono portare un’autocertificazioni basate sulla ‘fiducia’. Pur considerando la buona fede, da parte dei genitori o del medico di base, spesso il tampone non viene fatto, per cui il rischio di ammalarsi è concreto”.

Cosa vorrebbe il lavoratore della scuola?

“Avere più sicurezza, più controlli all’esterno. Molti docenti si fanno il tampone, perché non ritengono di farsi il vaccino, vorrebbero comunque più sicurezza e informazioni più lineari; ricordiamo che la scuola non è stata chiusa proprio grazie ai docenti che hanno fatto sempre il loro dovere, per questo è giusto garantire loro sicurezza”.

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