Progettano un ascensore parlante in didattica a distanza in piena emergenza sanitaria da Covid 19, non sono ingegneri ma gli alunni della classe 5L dell’Istituto Professionale Maiorana di Messina, all’interno del programma di TTIM. I giovani mini ingegneri, nonostante la didattica a distanza, di concerto con i loro professori hanno potuto svolgere attività laboratoriali con ottimo profitto. Non è all’ordine del giorno la costruzione di un modellino di ascensore parlante e se si pensa alle restrizioni che ormai attanagliano il mondo della scuola da oltre un anno, l’esecuzione ha dello straordinario. “L’ascensore ideato può essere utilizzato in una scuola ma può essere benissimo usato in altri edifici pubblici”– dichiara lo studente, Christian Tomasello, che ha preso parte al progetto con altri 4 studenti dell’Istituto Professionale Maiorana, e ancor meglio in ospedali. Il prototipo di ascensore è stato studiato per favorire l’orientamento e in particolare agevolare le persone non vedenti, ipovedenti o con particolari problemi alla vista. La comunicazione con l’utente può avvenire tramite riconoscimento vocale di un telefonino con sistema ANDROID, attraverso un collegamento bluetooth. “Oltre ai suoni che indicano apertura e chiusura porte e alla sirena di allarme.” A dar vita al progetto sono quattro ragazzi del messinese: Lettiero Davide Mondello, Andrea Bucceri, Santino Giacobbe e Christian Tomasello, sotto la spinta coordinatrice dei loro professori: Aldo Domenico Ficara e Marcello Trevisan.
La redazione La Voce della Scuola si è interessata all’eccezionalità del caso ed ha allestito un’intervista ai quattro studenti frequentanti la classe quinta dell’Istituto Maiorana di Messina, cogliendo il punto di vista giovane della scuola che occuperà la nostra futura classe dirigenziale.
La finalità di questo progetto? (Risponde Lettiero Davide Mondello)
“Dare una visione futuristica alla scuola del domani, rendere l’immaginario in forma concreta e funzionale alle fasce più deboli della società: anziani e disabilità. Non è il primo progetto che abbiamo affrontato con le stesse dinamiche laboratoriali, ma questo è quello più corposo e di ampio impiego sociale. Abbiamo iniziato ad idearlo in presenza ad inizio anno con i nostri professori, la costruzione è iniziata in presenza ma tutta la parte concernente il software è stata svolta tutta in Didattica a Distanza a causa della chiusura delle scuole per COVID-19.”
Considerazioni sulla Didattica a Distanza, il progetto messo in essere ne ha risentito? (Risponde Andrea Bucceri)
“In merito al nostro progetto: no, non ha risentito alcun svantaggio operativo dato che si è svolto un lavoro preventivo di montaggio in presenza che ha fatto sì che il lavoro in dad fosse agevolato dalla sola progettazione della componente algoritmica dei linguaggi software e la verifica delle funzionalità del modellino sulla base dei nostri studi. Dal lato sociale, abbiamo perso molto restando a casa per oltre un anno, la scuola donava tanti spunti di socializzazione che sottovalutavamo ed ora ne diamo atto.”
Sono molteplici le posizioni sul sul rientro in classe in sicurezza, se n’è parlato forse fin troppo da esponenti diversi della scuola ma la voce degli studenti è stata poco ascoltata, ebbene, cosa pensate a tal proposito? (Risponde Lettiero Davide Mondello)
“Il lato positivo è ristabilire i contatti con i nostri compagni e la comunità al di fuori della singola classe ma i timori di contagio permangono nonostante le accortezze assunte. Noi manteniamo le distane, indossiamo le mascherine e siamo forniti di gel igienizzante però tocchiamo con mano che ciò non basta a garantire l’immunità dato il persistere di contagi e quarantene anche in ambito scolastico.”
Siete prossimi alla maturità, di questa esperienza cosa porterete con voi? (Risponde Santino Giacobbe)
“L’esperienza di aver costruito qualcosa che andava oltre le aspettative di un regolare corso di tecnologie informatiche e che il modellino possa essere funzionale all’abbattimento di barriere architettoniche è per me e i miei compagni forse qualcosa che ricorderemo a vita e plagerà sicuramente le nostre scelte future. Posso assicurare che non è stato così semplice gestire la parte dell’elaborazione del software, la parte teorica è stata molto intensa e significativa per portare a termine il progetto. Quindi posso parlare per me e i miei compagni dicendo che l’esperienza e quanto appreso me li porterò sempre dietro e che sarà determinante per la scelta della facoltà universitaria e il settore lavorativo entro il quale desidererei lavorare. Sono orientato su Ingegneria elettronica ed è bello pensare che la mia scelta sia dettata da una passione nata tra i “banchi” di scuola e non da canoni di mercato.”
Ritieni che l’esperienza svolta nell’Istituto Professionale Miorana di Messina sia un’eccezione alla regola? (Risponde lo studente Andrea Bucceri)
“Credo che tutti possano trovare delle idee innovative e possano rendere il loro “fare scuola” eccezionale, bisogna solo studiare ed avere una certa dedizione affinché i nostri insegnanti trovino la motivazione di investire il loro interesse su di noi studenti ed insieme aggirare le limitazioni dettate dal tempo, dalla chiusura delle scuole e dalla scarsa dotazione strumentale; se c’è passione e costanza nello studio tutto si supera! Credo che la DaD non sia stata un fattore limitante perché avevamo l’interesse condiviso di portare a termine il progetto andando oltre i limiti di tempo e di presenza fisica.”
Tutto ciò che regolarizza una scuola è deputata al fare legislativo parlamentare e al Ministero dell’Istruzione, se vi fosse concesso un incontro con un rappresentante politico cosa chiedereste per migliorare la scuola del domani? (Risponde Santino Giacobbe)
“Noi ragazzi vediamo la politica lontana dai nostri veri interessi ci piacerebbe interagire con qualche parlamentare che si occupi dell’istruzione per rivolgere la nostra voce affinché possa essere ascoltata per migliorare la scuola del domani, temiamo che l’implementazione della didattica a distanza sia solo un fine per ridurre i costi di gestione e che molti dei ragazzi che si affacciano ora agli istituti professionali possano esser demotivati nello studio se non si crea un terreno fertile per valorizzare le loro idee. Temiamo che la loro voce possa esser addirittura soffocata dalla moltitudine degli alunni. Riteniamo che i più timidi, magari ingegnosi, non riusciranno ad emergere se non c’è un forte senso di appartenenza alla classe e un legame forte con i professori che in dad, per i nuovi iscritti, può nascere solo in piccoli gruppi.”
Perché è stata data importanza alla didattica laboratoriale? (Rispondono i professori Aldo Domenico Ficara e Domenico Trevisan)
“La didattica laboratoriale è stata scelta come strategia di insegnamento e di apprendimento nella quale lo studente si appropria della conoscenza nel contesto del suo utilizzo. Essa tende a superare due tra le cause principali di un apprendimento superficiale, riproduttivo e che genera un transfer limitato delle conoscenze all’interno e all’esterno della scuola: la separazione dei momenti di costruzione e di utilizzo della conoscenza e la natura decontestualizzata del sapere.”
Lo studente Christian Tomaselli, in rappresentanza del gruppo, dichiara: “Personalmente credo che io e i miei compagni abbiamo fatto un gran bel lavoro con un’invenzione che raramente si poteva vedere in una scuola durante questo periodo anche durante la DAD. Il nostro impegno è stato costante, attraverso i programmi installati sui nostri computer, abbiamo programmato ogni parte del modellino dell’ascensore parlante. La parte estetica invece è stata realizzata ovviamente a scuola, poco prima che la chiudessero un anno fa, e poi infine ultimata quest’anno con il rientro per il 50% in presenza. Questo progetto ci ha fatto crescere molto sotto l’aspetto scolastico ma soprattutto è stato anche una lezione di vita- conclude Christian Tomaselli-, ci ha insegnato che con un po’ di impegno e applicando le nostre competenze si possono raggiungere belle soddisfazioni, come esser ricevuti nella TV locale di Messina (RTP) e partecipare a questa intervista. Inoltre un ringraziamento speciale va ai nostri inimitabili professori di indirizzo, Aldo Ficara e Marcello Trevisan che sono stati sempre disponibili e senza di loro difficilmente avremmo raggiunto simili obiettivi in un progetto scolastico.”