Rapporto Ocse 2022. I numeri poco dicono dei contesti vissuti dai ragazzi

Rapporto Ocse 2022

Rapporto Ocse 2022, tabelle, dati e giudizi. Le considerazioni superficiali di alcuni articoli. Il Rappoto, ovviamente lascia fuori i contesti

Rapporto Ocse 2022. Le competenze richieste

Rapporto Ocse 2022. Presenta un’interessante fotografia dei livelli di apprendimento dei quindicenni. In questa tornata l’ambito principale è la matematica, seguono la lettura e le scienze. Ognuno presenta competenze complesse, adeguate al contesto postmoderno che ricerca a livelli alti competenze, distinguendosi dal trend attuale che si focalizza sulle informazioni che non sempre si tasformano in conoscenze.
Ecco i traguardi per i tre ambiti: (Matematica) “capacità degli studenti di ragionare matematicamente e di formulare, utilizzare e interpretare la matematica per risolvere problemi in una varietà di contesti reali. Essa comprende concetti, procedure, fatti e strumenti per descrivere, spiegare e prevedere i fenomeni. Aiuta gli individui a prendere decisioni e giudizi fondati e a diventare cittadini del XXI secolo costruttivi, impegnati e riflessivi; (Lettura) “la capacità degli studenti di comprendere, utilizzare, valutare, riflettere e confrontarsi con i testi per raggiungere i propri obiettivi, sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità e partecipare alla società”; (Scienze) “ la capacità degli studenti di confrontarsi con le questioni scientifiche e con le idee della scienza, come cittadini riflessivi“.
L’espressione capacità è da intendere come sinonimo dei competenza, coerentemente con le raccomandazioni  del Consiglio europeo (settembre 2006). “Competenze: indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; le competenze sono descritte in termini /di responsabilità e autonomia”

I risultati dei nostri ragazzi

Giungiamo al cuore del Rapporto. Quali risultati ci restituisce? In sintesi, i nostri studenti evidenziano risultati in linea (471 punti) con la media internazionale (472). Purtroppo il 70% dei quindicenni si ferma al livello base di matematica. Differenze si notano tra il Nord (82%) e il Sud (54%).  Variegato l’andamento italiano sull’andamemto nei singoli ambiti. Si registra un crollo  di 15 punti in matematica (16% media europea), mentre si evidenzia un migliorameno in scienze (9 punti). Sostanzialmente invariata la sitazione sulla lettura.

Le esemplificazioni giornalistiche e i contesti poco approfonditi

Ovviamente i risultati del Rapporto sono stati ripresi e amplificati dalla stampa e in genere dai massmedia. Purtroppo prevale la superficialità condizionata dalla regola della sintesi imposta agli articoli e agli interventi giornalistici. Per evidenti motivi politici in alcuni casi si è preferito evidenzare lo stretto legame tra i risultati e i lockdown. Il riferimento è l’editoriale del Direttore di Libero M. Sechi “Effetto lockdown sui nostri cervelli
A. Gavosto invece sposa la tesi che i nostri ragazzi frequentano una scuola mediocre. Dopo aver elencato altre cause (lockdown, didattica a distanza e difficoltà dei genirori), naturalmente cita gli insegnanti. Scrive”Sappiamo che nella pandemia i professori italiani, pur armati della migliore buona volontà, si sono trovati sprovvisti degli strumenti didattici, prima ancora di quelli tecnologici, per adeguarsi all’emergenza e dare un insegnamento di qualità, soprattutto nelle materie scientifiche. Del resto, nelle scuole secondarie italiane la preparazione didattica non rappresenta un requisito per insegnare, basta quella disciplinare.
In entrambi i casi  non si citano i contesti nei quali i ragazzi sono inseriti e che privilegiano la superficialità all’analisi (social, chat), l’apparire all’impegno, la svalutazione della cultura e della formazione ai fini pratici (“con la cultura non si mangia), il consolidamento di un profilo di scuola come dispensatrice di diplomi spesso vuoti di conoscenze e abilità, l’invadenza dei genitori-materasso e la sponda spesso offerta dai T.A.R. di fronte a bocciature, voti ritenuti bassi…. Di fronte a questo scenario che rema contro la scuola, quest’ultima poco può fare. Debole appare la tesi di A. Gavosto che cade nella trappola della linearità S (insegnanti preparati)- R (risposta dei ragazzi).
Dopo questo attenzionamento la scuola tornerà nel dimenticatoio, in attesa del prossimo evento delle prove Invalsi (2024) che confermeranno lo status quo.

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.