Si è tenuto ieri, 15 aprile 2024, il consueto incontro tra MAECI e organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL Scuola comparto istruzione e ricerca, per la revisione del contingente scolastico in servizio all’estero.
Con le relazioni sindacali ormai ridotte ai minimi termini, anche questo incontro è stato caratterizzato da totale assenza di volontà da parte del vertice dell’ufficio V del Maeci di un confronto costruttivo con le organizzazioni sindacali. Nessuna delle richieste avanzate dai rappresentanti sindacali esteri è stata accettata, la documentazione fornita prima dell’incontro non è stata esaustiva per rendere chiara e completa la situazione reale del contingente. Non è stato infatti fornito, come richiesto da Anief, il quadro complessivo del contingente e non è stato fornito l’elenco delle cattedre attualmente congelate, cioè presenti nel contingente ma vacanti.
A fronte delle 93 richieste di nuove istituzioni di cattedre e posti pervenute dalle sedi estere, ambasciate, consolati, uffici scolastici, solo 13 richieste sono state accettate dal MAECI. C’è da chiarire che queste 13 nuovi istituzioni sono state compensate da un pari numero di soppressioni, quindi non significa che la consistenza numerica del contingente è aumentata e resta di 674 unità complessive.
È ormai sotto gli occhi di tutti che il contingente scolastico attuale non è sufficiente per rispondere agli obiettivi di promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo. Cosa che è stata anche riconosciuta dal Direttore dell’Ufficio V durante l’incontro di ieri.
Discutibili sono anche le scelte dell’amministrazione nella revisione del contingente. Se da un lato sono state date le risposte necessarie per la statalizzazione della scuola primaria di Istanbul, con l’istituzione di 5 nuovi posti di scuola primaria e l’istituzione dei posti necessari presso l’istituto omnicomprensivo di Addis Abeba a seguito dell’apertura del terzo indirizzo di scuola secondaria di secondo grado, risulta incomprensibile la scelta di istituire 2 posti di DS, uno a Lagos, dove è presente solo una scuola paritaria con due docenti Maeci, e uno a Lima dove anche è presente solo una scuola paritaria. Per inciso questi due posti non risultano tra le richieste avanzante dalle autorità diplomatiche italiane di quei Paesi.
Sono anche stati soppressi alcuni posti di scuola primaria nelle scuole statali italiane di Addis Abeba, Atene, Parigi, Madrid e Barcellona, togliendo risorse professionali indispensabili al buon funzionamento e alla qualità dell’offerta formativa di queste scuole.
Nessuna risposta è stata data alle richieste avanzate da Anief e dalle altre organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL, sullo stato dell’arte della questione dei visti d’ingresso in Gran Bretagna, sui 3 posti congelati di Asmara, e sul resto dei posti congelati in giro per il mondo.
Nessuna soluzione questa revisione dà all’esigenza segnalata da Anief di istituire nuove cattedre di sostegno nelle scuole italiane all’estero per garantire il diritto allo studio degli studenti più fragili.
Nessuna risposta è stata data sul problema della sostituzione dei docenti assenti delle scuole primarie all’estero, costrette a muoversi in ordine sparso e spesso anche con pratiche non pienamente legittime in un quadro di totale assenza di indicazioni da parte del Ministero.
Anief ha chiesto anche l’istituzione di un posto di AA per ogni scuola statale e un posto di D.sga presso l’ufficio scolastico di Londra, per restituire a quella sede qualità dell’azione amministrativa.
Misteriosa resta la collocazione dei posti di potenziamento previsti dal D.lgs 64/17.
In buona sostanza l’incontro di ieri da un punto di vista della sostanza è stato totalmente inutile. L’amministrazione si dimostra ancora arroccata nel Palazzo e chiusa al confronto con le organizzazioni sindacali.
La situazione attuale ha convinto Anief che è arrivato il momento di chiedere l’intervento diretto della Presidente del Consiglio, Meloni e del Ministro del Made in Italy D’urso.
Non possiamo più continuare a celebrare questo matrimonio con i fichi secchi, servono investimenti economici per promuovere nel mondo il meglio del Made in Italy, cioè la nostra lingua e la nostra cultura.
Scarica la tabella delle nuove istituzioni e delle soppressioni.
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