Nel cuore del Salento, a Parabita, il 20 marzo 1991, la mafia compiva un atto di estrema violenza che ancora oggi suscita sdegno e orrore. Paola Rizzello, di soli 27 anni, e sua figlia Angelica Pirtoli, di appena due anni e mezzo, furono vittime di un brutale omicidio che segnò la comunità locale e tutta la società italiana.

La storia di Angelica è intrinsecamente legata a quella della madre, Paola, coinvolta nel mondo oscuro dell’eroina controllato dalla criminalità organizzata. Legata sentimentalmente a esponenti del clan mafioso, la vita di Paola divenne un problema per gli interessi della criminalità. Un litigio pubblico con la moglie di un boss segnò la sua condanna a morte.
Ma la tragica fine di Paola avrebbe portato con sé anche la fine dell’innocenza di Angelica. La piccola, incapace di comprendere la violenza che la circondava, fu vittima dell’implacabile crudeltà dei sicari mafiosi. Senza pietà, fu ripetutamente sbattuta contro un muretto a secco, senza neanche il conforto di un gesto rapido che le risparmi la sofferenza. La sua vita, come quella della madre, fu spezzata senza senso, lasciando dietro di sé solo dolore e disperazione.
Ma Angelica e Paola non sono solo vittime di un atto di violenza. Sono simboli di un problema più grande, di un’intera società intrappolata nelle maglie della criminalità organizzata. Il loro ricordo deve essere un monito per tutti noi, affinché non dimentichiamo mai le vite spezzate dalla mafia e continuiamo a lottare per un mondo più giusto e libero dalla violenza.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ha deciso di ricordare questa tragica vicenda attraverso l’elaborato della studentessa Fabiha Islam, del liceo scientifico Filolao di Crotone. Invita inoltre studenti e docenti a partecipare al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità, per rendere omaggio alle vittime della criminalità e diffondere i valori dell’etica morale, della giustizia e del rispetto dei diritti umani.
La storia di Angelica e Paola deve essere una lezione per tutti noi: solo attraverso l’educazione alla legalità e ai diritti umani possiamo costruire un futuro migliore, libero dalla violenza e dall’ingiustizia.