Ricordare Giovanni Carbone: un’ombra di giustizia nella lotta contro la mafia

Ricordare Giovanni Carbone: un’ombra di giustizia nella lotta contro la mafia

Il 20 aprile 1995, Giovanni Carbone veniva brutalmente assassinato dalla mafia. Testimone involontario dell’omicidio di Emanuele Sedita, Giovanni pagò con la vita per aver visto troppo. A soli 28 anni, Giovanni, un muratore emigrato in Emilia Romagna per lavoro, tornava ad Alessandria della Rocca, sua città natale in provincia di Agrigento, per trascorrere le vacanze di Pasqua con la famiglia. La sua vicenda, segnata dall’ingiustizia e dalla violenza del crimine organizzato, non deve cadere nell’oblio.

 

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ha deciso di onorare la memoria di Giovanni Carbone attraverso il lavoro svolto dalla studentessa Beatrice Ienopoli del Liceo Scientifico Filolao di Crotone. La storia di Giovanni, vissuta tra mille sacrifici e segnata da una fine prematura e ingiusta, diventa un simbolo delle vittime innocenti dell’illegalità e della violenza mafiosa.

Il ricordo di Giovanni Carbone diventa un momento di riflessione per i giovani, invitati ad avvicinarsi con maggiore consapevolezza ai valori della cittadinanza responsabile. Il CNDDU invita gli studenti e i docenti a partecipare al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità, segnalando gli elaborati che saranno resi visibili sui canali social dell’associazione.

Il presidente del CNDDU, Prof. Romano Pesavento, sottolinea l’importanza di mantenere viva la memoria delle vittime della mafia e di continuare la lotta per una società libera dalla criminalità organizzata. Giovanni Carbone, con la sua storia di coraggio e tragedia, rimane un faro di speranza nella lotta per la giustizia e la legalità.

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