“Il contratto del personale della scuola è immobile da 9 anni. Prima di pensare all’Europa, adeguiamo gli stipendi degli insegnanti ai livelli del pubblico impiego in Italia”, dichiara Rino Di Meglio, Coordinatore Nazionale la Gilda degli Insegnanti e della Federazione Gilda UNAMS. Ospite della 47esima puntata de La Voce della Scuola Live, ha manifestato l’approccio Gilda riguardo al divario Nord-Sud sul rapporto carovita e gli stipendi dei docenti.
“Nel PNRR al personale della scuola è destinato pochissimo – dichiara Di Meglio-. Si parla di ‘dedizione’ dei docenti. Quale sia il ‘dediziometro’ o come si debbano stabilire dei parametri, è tutto da scrivere. I governanti parlano di “criteri oggettivi”: come si definiscono, come si misurano? La cosa più difficile da misurare nella scuola è l’efficacia dell’insegnamento il cui effetto si vede a distanza di anni quando i nostri alunni diventeranno o meno cittadini responsabili e competenti”. Con il sistema retributivo del comparto scuola torna periodicamente il tema delle gabbie salariali, misura introdotta nel 1945 fino al 1969. Dal 2000 diventa dibattito ricorrente a causa dell’inflazione monetaria dovuto al cambio della Lira in Euro ma è nel 2019 che diventa elemento di dibattito per indurre il personale scolastico a scegliere mete poco richieste per l’insegnamento proprio a causa del carovita. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, torna sull’argomento lo scorso luglio, alla vigilia di un nuovo anno scolastico.
Può essere una misura discriminatoria la soluzione?
“Il discorso delle gabbie salariali è improponibile, la scuola è statale e non si possono discriminare le persone in base al luogo dove lavorano. Fortunatamente non è passata la questione della regionalizzazione della scuola, altrimenti si sarebbe potuti arrivare a queste misure- dichiara Rino di Meglio-. Il carovita non riguarda solo le città settentrionali: un appartamento che è caro a Milano come in qualunque altra grande città. Non si può risolvere il problema retributivo con un discorso discriminatorio”.
Il centro del dibattito condotto da Doriana D’Elia e Diego Palma nell’appuntamento periodico di approfondimento giornalistico è la retribuzione del personale della scuola, materia ampia e di difficile risoluzione. “Il problema Nord-Sud è un altro: abbiamo abbondanza di docenti al sud e carenza nel nord, e lo stipendio non permette a chi si trasferisce di vivere dignitosamente- in chiosa il Coordinatore della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio-. Lo stipendio degli insegnanti è basso, la somma totale su cui si fanno le statistiche tiene conto di una percentuale accessoria che non è uguale per tutti. Anche in questo siamo differenti dal resto della pubblica amministrazione: negli altri enti si arriva a raggiungere i 5-6 mila euro di competenze accessorie, cifra che per la scuola è astrale, il massimo che si può raggiungere a scuola sono i 1000 euro. Spesso il lavoro aggiuntivo svolto dai docenti è pagato 5-6 euro all’ora, una cosa indecente! Il trattar male gli insegnanti fa parte della storia della Repubblica Italiana. Basta leggere “Il maestro di Vigevano” di Mastronardi, per capire che la situazione non è molto cambiata dagli anni ’50-’60”.
L’ultimo rinnovo contrattuale degno di nota risale al 1988, quando fu siglato l’aumento di 500mila lire ma a seguito di scioperi e proteste di tutto il personale scolastico. La retribuzione degli insegnanti oggi risente di un blocco di 9 anni ma anche della manovra “salva precari” che ha sottratto anni contributivi alla maturazione dell’anzianità e dell’eliminazione del primo scatto stipendiale da parte del Ministro Tremonti. Situazioni oggettive che hanno creato la cristallizzazione degli stipendi italiani del comparto scuola contemporaneamente ad un’inflazione monetaria. Il Professore Rino Di Meglio ribadisce: “Se ad un laureato diamo 1,300 euro di stipendio, non possiamo pretendere che si sposti dal luogo di residenza, affrontando costi insostenibili. Se si continua così, presto si dovranno importare gli insegnanti dall’India, perché non troveremo più laureati disposti a lavorare per quella cifra. Da alcuni anni stiamo chiedendo ai governi di aprire un ragionevole percorso per recuperare terreno perduto, è inutile che i Ministri si riempiano la bocca andando in televisione a dire che innalzeranno gli stipendi adeguandoli alla media europea. Dateci subito gli stipendi adeguati all’Italia, poi penseremo all’Europa- conclude il Coordinatore GILDA, Di Meglio-. Per questo è importante partecipare alla mobilitazione del 10 dicembre. È vero, il denaro non è tutto, ma se manca il necessario per vivere decorosamente e ci avviamo ai confini della soglia di povertà, bisogna intervenire”.