Sciopero generale (17.11.23). Per la scuola ( e non solo) è stato depotenziato. Previsioni nere
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Sciopero generale (17.11.23). I motivi e la criticità
Sciopero generale (17.11.23). Indetto dai sindacati confederali CGIL-Uil. Secondo loro la decisione era inevitabile. Tanti i temi sui quali il Governo ha strappato con i sindacati: assenza di una seria politica salariale contro un’inflazione media del 18% (triennio), lo smantellamento della sanità e istruzione pubblica, conferma e peggioramento della Legge Fornero…
Il coinvolgimento dei trasporti per l’intera giornata ha irritato il Ministro M. Salvini, il quale ha espresso il suo disappunto sull’astensione per l’intera giornata. Con una nota il Garante ha sostenuto la tesi del Ministro dei Trasporti che ritiene fuori norma (Codice di regolamentazione 2008) un primo sciopero della durata di otto ore.
Depotenziato per la scuola
In estrema sintesi questo è lo scenario. Venendo alla scuola e scorrendo la comunicazione del Mim, mancano all’appello lo Snals, Anief, Cisl Scuola e Gilda.
Quali allora le prospettive di partecipazione effettiva del comparto scuola allo sciopero generale?
L’impressione è che il coinvolgimento della scuola sarà ridotto al minimo. Le ultime astensioni (10 dicembre 2021 e 30 maggio 2022) hanno espresso valori di partecipazione molto bassi, in assenza di riscontri economici concreti.
Ora i soldi stanno per arrivare e questo condizionerà pesantemente la partecipazione già ridottissima. Scrivevo qualche settimana fa: ” Innegabile, però l’effetto umbriacatura prodotto dal combinato stipendio/tredicesima/una tantum. Prevedibile la ricaduta pratica: assopire ogni protesta o rivendicazione. Le piazze risulteranno vuote (F. Barbera 2023), riducendo le opportunità di incontro, riflessione e di prospettiva. Anche il mito della caverna di Platone aiuta a comprendere la situazione. Il prigioniero che si libera, uscendo dalla caverna inizialmente rimane abbagliato. Questo stato impedisce al prigioniero di vedere la realtà. Ovviamente forzando la sua lettura, può essere applicato anche alla situazione-fari abbaglianti dei docenti. Questa “montagna di soldi” rischia di annebbiare, acceccare la capacità critica dei docenti“. Da qui non è difficile comprendere il sospetto che la partecipazione sarà ridotta al lumicino.