“I numeri sanciscono il fallimento totale del reclutamento scolastico: le rigide modalità selettive volute nell’ultimo decennio e la chiusura del doppio canale, che garantiva le immissioni in ruolo dei precari storici sulla metà dei posti vacanti, hanno fatto raddoppiare il numero dei docenti precari, passati in 6 anni dai 100 mila del 2015 a 210mila del 2021”: così Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commenta i dati aggiornati sulla ‘supplentite’ in Italia, pubblicati nel libro “I numeri da cambiare”, edizioni Giunti, dell’associazione Trellle su fonte ministeriale. Da una sintesi sulle conclusioni, scritta oggi dalla stampa specializzata, risulta che i motivi del boom di supplenti sono diversi: “concorsi banditi non in modo regolare, modifiche al sistema di reclutamento ad ogni insediamento di legislatura hanno trasformato il reclutamento dei docenti in una macchina inceppata per definizione, con “dati di precarizzazione delle cattedre che raddoppiano in 5/6 anni e un andamento di assunzioni che dopo il picco della Buona Scuola ha stentato. Certo, nel frattempo è stato imposto un lockdown che ha bloccato i concorsi per quasi un anno, ma basta questo per giustificare il fenomeno? Probabilmente no”.
“Uno degli effetti di questo fenomeno – continua Pacifico – è il raddoppio del contenzioso: dai tribunali del lavoro sono giunti, solo pochi giorni fa, dei numeri altissimi e purtroppo destinati a crescere ancora. Ci ritroviamo con 400 mila precari, censiti dal ministero dell’Istruzione e del Merito, che hanno svolto più di tre anni di servizio e che possono vantare risarcimenti di vario tipo: dalla stabilizzazione mancata alle ferie non godute, al salario accessorio mai pagato fino agli scatti di anzianità non riconosciuti. La verità è che fino a quando il Governo non stabilizzerà i precari della scuola, accogliendo gli emendamenti del nostro sindacato, prodotti anche nella Legge di Bilancio 2023 e adesso nel Milleproroghe, l’Ufficio legale Anief ricorrerà in tribunale per dare adeguato supporto ai supplenti, garantendo loro un congruo risarcimento per i danni e la discriminazione perpetrata”.
I DATI DELLA ‘SUPPLENTITE’
Tra il 2015/16 e il 2020/21 le cattedre a tempo determinato sono più che raddoppiate, passando da 100.277 a 212.407. I dati in questione comprendono gli insegnanti con nomina annuale, sia su posto ordinario che su posto di sostegno e raccontano di un aumento generalizzato su tutta la penisola con punte notevoli a Nord-Ovest dove si toccano quasi i 70mila docenti precari che hanno coperto una cattedra nel 2020-21. La verità, si legge, è che “dopo il picco di quasi 34mila assunzioni con l’avvio della riforma “La Buona Scuola” (che, ricordiamo, introduceva l’organico di potenziamento), i numeri si sono appiattiti, senza riuscire a coprire il fabbisogno di cattedre che si sono svuotate a seguito dei pensionamenti. Basti pensare che i pensionamenti 2021 sono stati 31.873 e nel 2020 un po’ meno 26.372, ma le assunzioni sono state meno della metà”. Come pure ci si sofferma su fatto che “se da un lato è vero che l’aumento della precarizzazione ha riguardato tutte le aree del paese, dall’altro il fenomeno è cresciuto esponenzialmente nelle regioni del centro-nord. E qui la questione si fa complessa, tra il diritto a restare nella propria terra per poter lavorare, ad una emigrazione che ricordiamo riguarda molto spesso le donne che hanno famiglia a Sud e l’impossibilità di poter avere una vita soddisfacente tra stipendi bassi, affitti alti e bollette che in questi ultimi tempi bruciano gran parte degli stipendi”.