“Il nuovo Governo comincia a parlare di scuola e di valorizzazione docenti, ma non sembra ancora avere le idee chiare sugli obiettivi da raggiungere: perché si parla genericamente di ringraziare i nostri insegnanti garantendo loro il salario? Il tempo delle pacche sulle spalle è terminato, ora è arrivato quello degli aumenti a tre, anzi a quattro zeri, delle assunzioni dei precari storici, degli organici da aumentare: incontriamoci e parliamone”. L’ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commentando il discorso programmatico alla Camera dei Deputati del premier Giorgia Meloni e le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in occasione del dibattito sulla fiducia.
Secondo Meloni bisognerà “lavorare sulla formazione scolastica, per lo più affidata all’abnegazione e al talento dei nostri insegnanti, spesso lasciati soli a nuotare in un mare di carenze strutturali, tecnologiche, motivazionali. Garantire salari e tutele decenti, borse di studio per i meritevoli, favorire la cultura di impresa e il prestito d’onore”. Il ministro Valditara ha detto che lavorerà per elevare “il valore dell’istruzione, a partire dal rispetto per i docenti: è al centro del mio impegno, che porterò avanti in un ascolto costante e in un confronto costruttivo con i protagonisti del sistema che la scuola la vivono tutti i giorni, nell’esclusivo interesse degli studenti e delle loro famiglie. Favorire il merito significa dare alle scuole infrastrutture e dotazioni di qualità, valorizzare gli operatori scolastici, sintonizzarsi con il mondo del lavoro, agire sulle competenze, fornire gli strumenti per sviluppare un percorso di crescita individuale e collettivo“, ha concluso il nuovo ministro.
Secondo il presidente nazionale Anief, “nei prossimi giorni occorrerà entrare nel merito di quelle che al momento risultano delle promesse vaghe tutte ancora da definire. Se il premier e il ministro dell’Istruzione intendono valorizzare un milione e mezzo di lavoratori della scuola affrontando con i tanti dossier aperti per decidere assieme a sindacati e parti sociali quali sono i primi provvedimenti da prendere, allora ben venga il Governo Meloni. Se, invece, si intende proseguire continuando a camminare sul solco degli ultimi governi, senza trovare altri miliardi per il rinnovo del contratto collettivo nazionale scaduto da 46 mesi, con l’inflazione 10 punti sopra, senza rivedere le regole organizzative e che bloccano le carriere, allora non ci siamo proprio. Se non si vuole prendere in considerazione il problema della mancata conferma dell’organico aggiuntivo, del precariato sine die, della mobilità bloccata dai vincoli, della mancata parità di diritti dei precari rispetto a chi è di ruolo, allora la mobilitazione in atto si trasformerà in forme di protesta sempre maggiori. Fino allo sciopero generale. È bene che il Governo lo sappia da subito”, conclude Pacifico.