“Se tutto il tuo stipendio lo spendi per poter andare a lavorare non è dignitoso”: a dichiararlo è stato Marcello Pacifico, durante una diretta su Orizzonte Scuola dal titolo “Fondi privati e stipendi differenziati, soluzioni per migliorare la scuola?”. Quello dello stipendio adeguato al costo della vita è “un concetto fondante della nostra Repubblica, ma il problema non è andare ad insegnare da Napoli a Bergamo ogni giorno, perché potrebbe essere difficile lavorare anche all’interno della stessa regione, ad esempio in Sicilia. Il problema è concretamente andare a finanziare un’indennità di trasferta per il personale scolastico”.
Il presidente Anief ha ricordato che tanta gente “si è dovuta trasferire lontano di casa per prendere il ruolo e quindi lavora in una zona lontanissima dalla propria residenza. E il punto non è certo garantire la continuità didattica costringendo queste persone a rimanere nella loro scuola”, perché nessuno garantirà che rimangano nella stessa classe. Ciò che serve, ha continuato Pacifico, è “permettere al governo di mettere delle risorse e approvare quelle modifiche legislative che permettono a tutte le sigle sindacali rappresentative di sedersi attorno a un tavolo e mettere anche nel contratto del personale della scuola l’indennità di trasferta”.
Dopo avere dette che per attuare l’autonomia differenziata serve definire per bene i livelli di prestazione essenziali, il leader dell’Anief ha ricordato che per le retribuzioni del personale della scuola “c’è un contratto collettivo nazionale, ci sono dei sindacati che sono rappresentativi e c’è un governo che deve fare un atto di indirizzo, per integrare il quale le organizzazioni sindacali sono chiamate poi a dire se sono concordi o se apportare delle modifiche”.
Pacifico ha quindi ribadito che “prima di parlare degli stipendi europei va recuperato il gap rispetto all’inflazione accumulata soprattutto nei dieci tra il 2008 e il 2018, visto che dopo è stata coperta con il Ccnl 2019-21. Poi c’è il problema del 2022: in attesa di firmare un nuovo contratto, va allineata l’indennità di vacanza contrattuale che è un meccanismo che permette di avere ogni mese nello stipendio il 50% del costo dell’inflazione programmata. Questo governo ad oggi non l’ha fatto, ha preferito mettere una tantum un aumento dell’1,5%, contro 8 punti di inflazione per il 2022 e almeno altri 4 punti programmati per il 2023, quindi noi dovremmo avere aumenti di 6 punti”.
A proposito degli aumenti veri e propri, il sindacalista ha spiegato che “il governo dovrebbe trovare altre risorse per firmare subito il contratto, ma significa aumenti del 13-14% degli stipendi. Quando prendi 1.700 euro significa che lo porti quasi a 2.000 euro. Quindi prima dobbiamo adeguare l’indennità di vacanza contrattuale, questa si chiama economia, questi sono numeri. Io spero che il Governo, tramite l’Aran, ci convochi per dire: abbiamo trovato nuove risorse, Senza passare per le Regioni, Perché – ha concluso Pacifico – noi siamo dipendenti dello Stato, c’è un’unità deve essere garantita”.