SCUOLA – Valditara chiede soldi freschi per rinnovare il contratto, per Anief è un sentimento comune ma nel frattempo chiudiamo il Ccnl 2019-21 con aumento medio a tre cifre

SCUOLA – Valditara chiede soldi freschi per rinnovare il contratto, per Anief è un sentimento comune ma nel frattempo chiudiamo il Ccnl 2019-21 con aumento medio a tre cifre

Per rinnovare il contratto ai docenti e al personale della scuola servono “soldi freschi, soldi nuovi, bisognerà trovare una soluzione: il problema economico è uno dei temi importanti per tornare a valorizzare questa figura professionale”. Le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, rilasciate oggi a Radio Rai1, confermano quello che Anief sostiene da tempo: senza risorse aggiuntive il rinnovo contrattuale è destinato a finire su un binario morto.

“Il ministro Valditara – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ha esternato il sentimento comune su una partita, quella contrattuale, che si sta trascinando da troppo tempo. Noi ribadiamo, quindi, l’impellenza di concludere l’accordo sul Ccnl 2019-21, con un contratto ‘ponte, andando ovviamente a farvi rientrare i circa 300 milioni in più provenienti dal MOF, che andrebbero ad integrare il salario del personale, permettendo di raggiungere e superare i cento euro, le tre cifre di aumento medio di cui si parla da tempo. Per quanto riguarda il contratto successivo, pur comprendendo le difficoltà del Paese e dell’economia transnazionale, ricordata anche ieri dal presidente Aran Antonio Naddeo, ricordiamo che i partiti che si sono alleati per costruire l’attuale nuovo Governo hanno preso un impegno con gli elettori ed in particolare con quelli che gravitano nella scuola come docenti, lavoratori, discenti e famiglie. Milioni di italiani adesso si attendono, legittimamente, una risposta concreta ai progetti di valorizzazione della didattica e del personale”.

“Rifiutiamo, pertanto, qualsiasi previsione di tagli dei costi del settore Scuola, Università e Ricerca, in linea con quanto annunciato venerdì scorso da Palazzo Chigi, secondo cui i ministeri, a causa della stretta economica in atto, sarebbero chiamati ad una stretta sulle spese, con risparmi quantificati in 800 milioni di euro per il 2023, 1.200 milioni per il 2024 e 1.500 milioni per il successivo. Mentre il personale dovrà continuare a stringere la cinghia. È questo davvero quello che dobbiamo aspettarci per i prossimi anni? Noi lo abbiamo detto più volte: è impensabile avere atteso un nuovo Governo e ritrovarci, a poche settimane dal suo insediamento, con uno scenario del genere. Il ministro Valditara ci convochi per fare chiarezza e confrontarci su un piano tecnico: noi, anche alla ministra del Lavoro Calderone, gli abbiamo inviato i nostri dossier, contenenti le urgenze da affrontare e con quali modalità. Lo stesso Valditara – conclude Pacifico – ha oggi ammesso che ha ereditato una situazione disastrosa dal precedente Governo, con forti ritardi sull’emanazione dei decreti: non commetta gli stessi errori, troviamo le soluzioni assieme”.

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