Sicurezza scolastica: un esposto per non dimenticare

Immissioni in ruolo

Durante l’emergenza Covid il CTS non ha considerato la principale modalità di trasmissione del virus, anche per le scuole: l’aerosol

Intervista al Prof.Giorgio Buonanno (ordinario di Fisica Tecnica Ambientale presso l’Università di Cassino e professore aggiunto presso la Queensland University of Technology di Brisbane, Australia)

In questi giorni è stato pubblicato l’ultimo rapporto Istat sulla sicurezza scolastica: più del 60% degli edifici scolastici statali italiani non possiede le certificazioni necessarie per garantire la sicurezza. Ma se questo dato purtroppo non sorprende, ormai è consolidato da anni, sorprende invece come nel pieno dell’emergenza sanitaria poco sia sia fatto per garantire a docenti ed alunni un ambiente sicuro dal punto di vista sanitario.

Ne parliamo oggi con il Prof. Giorgio Buonanno, ordinario di Fisica Tecnica Ambientale presso l’Università di Cassino e professore aggiunto presso la Queensland University of Technology di Brisbane, Australia – uno dei 43 scienziati (l’unico per l’Italia) chiamato ad affiancare l’OMS nel lavoro in corso per la ridefinizione della trasmissione degli agenti patogeni respiratori – a seguito della presentazione di una denuncia alla Procura della Repubblica nei confronti del CTS, il cui estratto è consultabile su: https://drive.google.com/file/d/1dcpBO5yU-iQ4JUNs-axdX6JYLSTaaslC/view?fbclid=IwAR0WjYWsCa0ztJJc06rW9HS47u7qTG19CuaQ37VyXK6lM07iWBvsCCEisFE

Professore, può spiegarci perché ha voluto presentare questo esposto

“Durante i mesi dell’emergenza sanitaria troppi errori sono stati commessi nella gestione della stessa, in particolare nella prevenzione della trasmissione del virus e dunque dei contagi. Non si può dimenticare.”

 

Cosa, secondo lei, è stato il principale errore commesso dal CTS

“Il non aver considerato la principale forma di trasmissione del virus: la via aerea, ovvero le particelle respiratorie inalate, in particolare nei luoghi al chiuso”

 

Qual è la differenza della trasmissione aerea rispetto alla più nota trasmissione via droplets di cui tutti abbiamo sentito parlare?

“I cosiddetti droplets (chiamati così solo nella comunità medica)  sono particelle più grandi e pesanti, la cui trasmissione non va al di là di 1 o 2 metri; al contrario particelle più piccole e leggere –  si prenda come esempio il fumo di una sigaretta – al chiuso rimangono in sospensione in aria per diverso tempo e riempiono tutto l’ambiente”

 

E questo come si è riflesso nei protocolli di sicurezza, ed in particolare in quelli per le scuole?

“Purtroppo i protocolli prevedevano distanziamento di 1 metro tra rime boccali, igienizzazioni di superfici e mani e le mascherine chirurgiche, ovvero misure del tutto insufficienti. La trasmissione del COVID-19 avviene quasi esclusivamente per via aerea, igienizzare superfici e mani è una misura palliativa (come d’altra parte indicato anche dalla US CDC). Infine le mascherine chirurgiche hanno una ridotta efficienza verso particelle così piccole. Solo con colpevole ritardo le autorità sanitarie hanno parlato di areare le aule, non fornendo però indicazioni univoche ed affidandosi esclusivamente ad una poco efficiente e generica indicazione di apertura delle finestre”.

Cosa sarebbe allora servito?

“È un argomento complesso da affrontare in poche righe. Ma cito ad esempio una esperienza italiana. Infatti, l’unica amministrazione pubblica che ha applicato correttamente il principio di precauzione sulla trasmissione aerea è stata la Regione Marche. Questo è indiscutibile.  I risultati sono stati pubblicati in un lavoro scientifico (https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpubh.2022.1087087/full) che è stato addirittura preso ad esempio dalla US CDC per indicare 5 ricambi/h di ventilazione negli ambienti chiusi. Purtroppo Il nostro CTS ha assunto posizioni dogmatiche, non scientifiche. Quanti contagi si sarebbero potuti evitare tra i banchi? Quanti contagi di ritorno nelle famiglie – anche con persone fragili – di cui avremmo fatto volentieri a meno? A cui si aggiungono le sequele del Long Covid che hanno colpito docenti ed alunni.”

E neanche noi dimentichiamo, perché la tutela della salute e la sicurezza di docenti ed alunni deve essere prioritaria . La sicurezza tra i banchi scolastici è un tema che non viene affrontato adeguatamente: edifici non a norma per la normativa antincendio, non antisismici e così via, inclusa una qualità dell’aria ben lontana dall’ottimale . Riuscirà il PNRR a mettere una toppa?

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