Società e scuola. Le leggi-risparmio resteranno e peseranno sul nostro futuro

Società e scuola
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Società e scuola. Ci sono leggi che non si toccano. Il nostro debito pubblico non lo consente. Alcuni esempi

Società e scuola. I vincoli dell’enorme debito pubblico

Società e scuola. La distinzione è solo formale. L’istituzione scolastica non è un corpo separato, ma perfettamente integrato in quest’ultimo, tanto da essere strategico per il suo futuro. Chiarita l’apertura, riflettiamo su  quest’ultimo. Non esistono le condizioni per migliorare socialmente ed economicamente il nostro futuro. Probabilmente sarà grigio (ipotesi migliore). Il motivo risiede nell’enorme debito pubblico (145%). Pertant0 sarà difficile, se non impossibile allentare la stretta, attraverso alcuni dispositivi che contribuiscono a mantenerlo ragionevolmente sopportabile.
Elenchiamoli sinteticamente.
1) La legge Fornero (pensioni). Il disposto voluto dal governo Monti non potrà essere superato, semmai aggiornato in peggio. In campagna elettorale M. Salvini aveva promesso che l’avrebbe abrogata in tempi brevi. Furbescamente ha spsotato la scadenza a fine legislatura. Ora la seconda legge di Bilancio del Governo Meloni, aggiorna in peggio le condizioni per andare in pensione anticipata (contribuzione per gli uomini 42 e 10 mesi, per le donne 41 e 10 mesi). In sintesi chi deciderà di fare il grande passo e non avrà 67 anni di età subirà un taglio significativo. Fanno eccezioni i medici. Risultato: Salvini tace, E. Fornero sorride in silenzio. Per il 2025. 2026 la situazione  sicuramente non potrà migliorare.
2) Tfs trattamento di fine servizio. I dipendenti pubblici sono soggetti a un ritardo esagerato (2-5 anni) per la liquidazione del trattamento. Il provvedimento è stato voluto dal Governo Monti nel 2011.
Ora la Corte Costituzionale (sentenza n. 130/2023)  ha dichiarato anticostituzionale il differimento e la rateizzazione del TFR/TFS dei dipendenti pubblici, perché non coerente  con principio della giusta retribuzione (art. 36 Carta fondamentale). La massima Corte ha puntualizzato che il criterio non riguarda solo la parte monetaria, ma anche i tempi di elargizione rispetto a quelli del settore privato.
Risultato: il Governo non  ha disposto nulla. Occorrerebbero di 10 miliardi di € per accogliere la sentenza.
3) Le classi pollaio (Legge 133/08 e D.P.R. 81/09) Dopo l’illusione grillina di una sua abolizione (Proposta di legge- Azzolina 5 luglio 2018), “il treno riformatore” è in un binario morto. In altri termini, il silenzio è calato.Il motivo è sempre lo stesso: i costi di un ritorno al passato sono enormi. M. Gelmini sorride.

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