Sugli stipendi dei docenti e del personale Ata piove sul bagnato: oltre ad essere inferire alla media Ue del 30% e a rimanere sotto all’inflazione, la maggior parte dei dipendenti a febbraio diventano anche oggetto di conguagli fiscali che in molti casi li faranno ancora più ridurre, anche di 300 euro, come confermato dagli importi delle buste paga dei dipendenti già visibili nell’area riservata di NoiPA. Nella mensilità di febbraio, scrive oggi Orizzonte Scuola, sulla quale “saranno applicate le nuove aliquote Irpef”, sarà infatti presente “l’immancabile conguaglio fiscale, che determina credito o debito nell’importo finale”. Inoltre, sempre nel cedolino stipendiale di questo mese “potrebbe ripresentarsi il conguaglio ex bonus Renzi (D.L. 3/2020), che lo scorso anno ha pesato con rate da 25 euro ciascuna fino a settembre 2023”.
“Ricordo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che il rinnovo contrattuale 2019/21 sottoscritto in via definitiva il 18 gennaio all’Aran ha dato una bella ‘spallata’ solo al triennio di competenza, andando ben oltre il costo della vita di quel periodo, ma prima e dopo l’inflazione ha galoppato e quindi il disavanzo rimane altissimo. Gli aumenti medi mensili di 124 euro per i docenti, 96 euro per gli Ata e di 190 euro per i Dsga, più un incremento della Rpd di 13 euro al mese, della Cia per gli Ata (6 euro) e dell’indennità dei Dsga (65 euro) che vanno conteggiati a partire da gennaio 2022”.
Secondo il sindacalista autonomo “sono cifre di partenza, è chiaro. Ha fatto bene, quindi, il Governo in carica ad introdurre l’indennità di vacanza contrattuale, ma la percentuale rimane troppo ridotta e considerando gli arretrati mancano all’appello circa 4.000 euro medi che ora stiamo cercando di fare recuperare ai lavoratori con diffide e un ricorso specifico per i precari. È chiaro che in questa situazione – conclude Pacifico – l’applicazione di ulteriori aliquote fiscali e conguagli, come accadrà con lo stipendio di febbraio, non può che peggiorare la situazione”.
Chi sostiene che non ha prodotto aumenti adeguati al periodo fornisce una pessima informazione: lo sostiene il sindacato Anief, firmatario del Ccnl 2019/21, confortato dai numeri. “Rispetto all’incremento dell’inflazione certificata nel periodo corrispondente al rinnovo contrattuale, pari al 2,3%, il personale scolastico ha ottenuto aumenti del 4,2% recuperando in questo modo tutto l’innalzamento del costo della vita più l’intera parte degli arretrati”, spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
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