Ricognizione delle risorse differenziata per Regioni e gradi di concorso a vantaggio di quelle regioni che risultano sprovviste di personale specializzato a seguito delle procedure annuali in organico di fatto, sia in assegnazione provvisoria che per effetto di incarico annuale.
Con Allegato A del Decreto Ministeriale n° 755 nella tabella riassuntiva dell’offerta formativa per la specializzazione sul sostegno, definita ai sensi dell’art 2, commi 2, 3 e 4 del D.M. 948/2016, è riportata la ripartizione dei posti messi a bando tra i vari atenei italiani.
Si contano ben 2080 posti complessivi per la regione Campania fino ad arrivare ai 4925 posti per il TFA sostegno in Sicilia, cifre da capogiro se si rapportano ai minimi numeri della Lombardia per la quale, secondo la tabella riassuntiva, riportata nell’Allegato A del D.M. 755, disporrà solo di 720 posti complessivi.
Una tendenza consolidata nel tempo che sottende più un beneficio economico di interesse pubblico e privato che risolvere un fabbisogno in aumento nelle regioni settentrionali. Altri dati che evidenziano l’incongruenza dei dati è che le cattedre in deroga sul sostegno nelle regioni citate, Sicilia e Campania, sono in parte coperte dalla ricollocazione annuale del personale specializzato già in ruolo, lo scorso anno su 10196 cattedre in Sicilia circa 5400 sono state coperte dal personale in ruolo specializzato con l’assegnazione provvisoria, le restanti cattedre dal personale specializzato tramite accantonamenti previsti dall’articolo 7, comma 14, del CCNI 2019/22, tendenza simile in Campania, con la copertura evidente del fabbisogno territoriale. Quest’ultimo resta totalmente non soddisfatto, invece, nelle regioni dove sono disposte minori disponibilità di formazione, la Lombardia capofila con soli 720 posti messi a bando per il VI ciclo TFA Sostegno per l’anno accademico 2021/2022.
Cambiare questa tendenza con una ricognizione delle risorse differenziata per Regioni e gradi di concorso a vantaggio di quelle regioni che risultano sprovviste di personale specializzato a seguito delle procedure annuali in organico di fatto, sia in assegnazione provvisoria che per effetto di incarico annuale. e non sull’unico rapporto alle cattedre in deroga, restituirebbe un quadro del fabbisogno veritiero e ridurrebbe il fenomeno del docente fuori sede tramite la riduzione del precariato, creatosi a causa di un evidente falso ideologico. Un netto squilibrio di formazione tra le regioni produrrà l’alta probabilità che il docente, una volta maturato il titolo, possa optare per le regioni con maggiori possibilità assunzionali, con il rischio che una volta in ruolo potrà ricorrere a precedenze per ottenere il trasferimento interprovinciale. L’incidenza delle precedenze nelle procedure di mobilità territoriale con punteggi discretamente bassi è un dato recuperabile e reso pubblico dalle circolari degli Uffici Scolastici Provinciali.
Il problema della ricognizione delle risorse per la formazione del sostegno è stata evidenziata anche dall’inchiesta della CISL
Come si può leggere nel seguente link
Decreto Ministeriale n° 755
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