La Voce della Scuola LIVE – 52esima puntata
Alfabetizzazione del Diritto e della legalità: “Verso una nuova classe Dirigente”
Fondamentale l’insegnamento della Costituzione e istituire percorsi pedagogici universitari che affianchino i 24 CFU
Nell’ottica della volontà di abbassare l’età del voto occorre impegnarsi per ‘alfabetizzare’ questi giovani alla conoscenza della dei diritti e dei doveri. L’impegno deve essere quello di trasferire alle giovani generazioni di studenti quelle nozioni fondamentali del diritto ma anche dell’economia. Nel 2022, in occasione degli anniversari connessi alla legalità, occorre un impegno concreto per restituire ed educare i giovani che devono essere messi in condizione di partecipare alla cosa pubblica.
Ne parliamo con la Senatrice Tiziana Drago, Fratelli d’Italia;
“Nella Commissione Bicamerale Infanzia e Adolescenza, di cui faccio parte, abbiamo constatato l’aumento di comportamenti scorretti, come l’uso improprio dei social; ma vorrei rivalutare la DAD: nel momento di emergenza, all’inizio di questa pandemia, ha rappresentato in molti casi la salvezza, adesso dovrebbe essere considerata come integrazione della didattica tradizionale, che si può attivare anche nella stessa aula, fornendo gli studenti di appositi device e di piattaforme adatte alle attività da svolgere. L’Educazione digitale è strettamente connessa all’Educazione alla cittadinanza. È fondamentale partire dall’insegnamento della nostra Costituzione e, nelle Regioni a Statuto Speciale, le scuole dovrebbero approfondire la conoscenza del loro Statuto. I giovani devono essere messi in condizione di conoscere i loro diritti ei loro doveri, a partire proprio dal primo livello della scuola, la scuola dell’infanzia, dove tali contenuti dovrebbero essere il nucleo fondante dei Campi di Esperienza. È importante che per ogni fase di crescita vi sia una mediazione didattica differente e affidando tali contenuti a chi è competente in materia, in questo caso ai docenti di Diritto, che però devono essere in grado di veicolare in maniera pedagogica e didattica corretta il messaggio. La Legge 92 del 2019 è stata utile perché ha introdotto l’obbligatorietà dell’educazione civica, però non è stata ben sviluppata. La mia proposta si collega all’attuale forma di reclutamento, che prevede per insegnare istituti superiori l’acquisizione dei 24 CFU, che però sono elargiti da realtà che non sempre forniscono indicazioni pertinenti la didattica -come l’insegnamento sulla psicologia dello sviluppo o la pedagogia -“.
“Si potrebbe pensare di inserire nei piani di studio universitari dei percorsi inerenti questi temi, per coloro che vorranno intraprendere la strada dell’insegnamento. Per quanto riguarda la A046, sono completamente d’accordo nell’importanza di questa figura e del suo inserimento nei l’insegnamento dell’Educazione Civica. La norma che prevede di affidare a tale docente la funzione di coordinatore non è ben definita. La scuola rappresenta la seconda agenzia educativa, dopo la famiglia, e ha il vantaggio di permettere il riscatto sociale in quelle situazioni familiari non sempre idilliache. Ad esempio nel catanese negli ultimi tempi si sono registrati numerosi casi di femminicidio. Francamente, sono un po’ stanca di vedere tanta partecipazione all’indomani dell’accaduto poi il nulla di fatto. Certo, tanto è stato fatto (come ad esempio il Codice Rosso) ma molto c’è da fare. Questo è un altro tema su cui discutere in maniera critica con i ragazzi. FdI, con la capogruppo Pellegrino, ha stilato un documento intitolato “I Sette segnali di una relazione malata” che potrebbero essere il punto di partenza per analizzare questo fenomeno. Vi sono inoltre numerose applicazioni da scaricare sul telefono che permettono la segnalazione di abusi o soprusi, ma questi argomenti non sono tanto conosciuti dai nostri giovani”.