Un momento della presentazione dell’ultimo libro di Massimo Arcangeli, “Il generale ha scritto anche cose giuste – Le finte verità del senso comune”, fresco di stampa (Bollati Boringhieri).
Il libro, presentato nell’occasione a Roma, nella libreria del circuito Ubik di via Cupra 43, è la risposta di un linguista e sociologo della comunicazione, qui intervistato dal giornalista Guido Vitiello, firma del “Foglio”, al controverso saggio del generale Roberto Vannacci (“Il mondo al contrario”) campione di vendite.
Il volume di Arcangeli tocca alcuni punti importanti del dibattito fra opposti estremismi, mettendo in guardia contro ogni forma di polarizzazione culturale e recuperando il valore di un dibattito in cui il senso critico si sposi al senso civico. Per contrapporre ai contenuti del volume di Vannacci, una fiera di luoghi comuni espressione di una cultura ultraconservatrice (che pretenderebbe di riportare indietro l’Italia di un buon mezzo secolo), il senso e il valore di una comunità coesa, partecipata e cooperativa nemica del diritto, rivendicato dal generale, di odiare e disprezzare presunte minoranze “anormali”.
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Il generale è inarrivabile, il libro piace perché è altamente condivisibile. Arcangeli invece è di una noia mortale, prolisso, ridondante, prosaico e pleonastico.
Bel libro quello del professor Massimo Arcangeli: leggerlo muove le idee e non offende, arricchisce ma non impone.
Vale la pena allenare la penna, la mente e la riflessione, ma non serve a nessuna persona – completa e compiuta – farsi prendere dall’astio.