Si è svolto ieri, martedì 4 maggio, il primo incontro di “Voce alle Idee“, format di approfondimento sui temi riguardanti il mondo della scuola, nato dalla collaborazione tra il Comitato Nazionale ideaScuola e La Voce della Scuola.
L’incontro di ieri ha affrontato il tema della sicurezza in ambito scolastico in vista della riapertura di settembre, attraverso un cordiale e sereno confronto tra gli ospiti presenti: l’On. Lorenzo Fioramonti (FacciamoEco, ex Min Istruzione), il prof. Alessandro Ferretti (docente e ricercatore Università di Torino) ed il prof. Francesco Tulone (docente e ricercatore Università Palermo, per Confasi Sicilia), moderatori il prof. Diego Palma (La Voce della Scuola) e la dott.ssa Stefania Sambataro (Vicepresidente IdeaScuola)
Intervenute in diretta per porre domande di approfondimento agli ospiti anche la dott.ssa Katia Amore, la prof.ssa Antonella Franco e la Sig.ra Jenni Lanza.
È stato unanime il parere in merito alla grave mancanza dei dati relativi all’andamento epidemiologico in ambito scolastico a partire da gennaio 2021, come affermato anche dal dott. Brusaferro (CTS): e la mancanza assume ancora più rilevanza di fronte all’andamento dei contagi rilevato settimanalmente dall’ISS proprio nelle fasce di età 0-9 e 10-19 anni, le uniche a mostrare andamento in crescita, dovuto alla maggiore contagiosità della cosiddetta variante inglese anche tra i più piccoli.
Senza dati, senza una loro analisi completa e specifica, non si può intervenire dove c’è più necessità e di conseguenza di fatto si naviga al buio.
Merita un approfondimento anche il mancato intervento da parte delle Istituzioni sul tema aerazione delle aule.
Come già dimostrato da uno studio del Ministero della Salute del 2011 e ripreso e confermato dallo studio dell’Università di Bolzano del 2020, le scuole italiane sono tra le peggiori d’Europa in termini di ricambi d’aria per studente. Il rapporto tecnico “GRUPPO GARD-I” [2011], evidenzia sulle base di studi pubblicati su riviste internazionali – Simoni et al. [2010, 2011] – come nelle scuole italiane testate nell’ambito di un progetto europeo, in media si abbia un ricambio d’aria pari a 3,2 litri al secondo a persona (l/s/p). In Svezia, le scuole garantiscono livelli d’aerazione più di cinque volte maggiori, pari a 16,9 l/s/p. http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1892_allegato.pdf
Recentemente, un rapporto tecnico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, WHO [2021], ha indicato come necessario per la mitigazione del rischio Covid un ricambio d’aria nelle scuole pari ad almeno 10 l/s/p.
https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/339857/9789240021280eng.pdf?sequence=1&isAllowed=y.
Questa indicazione dell’OMS si riferisce ad una norma tecnica europea, la EN 16798-1, che è vigente in Italia, ma è raramente applicata; o probabilmente per l’ambiente scolastico è stata gestita negli anni in deroga così come tante sono le deroghe che di anno in anno si ripetono: due scuole su cinque non hanno il certificato del collaudo statico, in 3 su 5 manca il certificato prevenzione incendi e nel 55% dei casi manca quello di agibilità.
https://24plus.ilsole24ore.com/art/sicurezza-scuola-scopri-situazione-tuo-comune-AD1eddh
Alla mancanza di aerazione efficace delle aule, si aggiunge la totale mancanza di screening preventivo, di fatto mai
regolamentato ed attivato salvo iniziative locali, e tracciamento, con evidenti difformità di applicazione dei protocolli anche tra Asl all’interno della stessa città.
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Come dunque rientrare a settembre?
Ad oggi mancano indicazioni chiare e univoche da parte delle Istituzioni competenti e soprattutto una visione organica d’insieme. In attesa degli importanti investimenti del Recovery Fund (PNRR), nel breve periodo è necessario procedere al completamento della campagna vaccinale per i docenti e dare la priorità vaccinale anche ai nuclei familiari di docenti, studenti e personale scolastico. È importante inoltre che vengano fornite DPI adeguati per tutti.
Nel medio-lungo periodo occorre investire sulla sicurezza delle infrastrutture, con evidenti benefici che vadano anche oltre il periodo di emergenza pandemica: dotare le scuole di rilevatori di Co2 e di sistemi di aerazione e sanificazione dell’aria funzionanti – fornendo indicazioni dettagliate alle Dirigenze Scolastiche su quale tipologia acquistare sulla base delle migliori performance, con obbligo di installazione in ogni aula.
Servono più docenti, cominciando dalla stabilizzazione dei precari, e più aule in modo da ridurre il numero di alunni con un deciso miglioramento della didattica che potrà essere calibrata sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo, in modo da favorire, così, l’accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle sue preferenze e del suo talento (rif. Legge 53/2003 e nel Decreto legislativo 59/2004)
Bisognerà sicuramente potenziare in maniera mirata i trasporti urbani ed extraurbani per il pendolarismo scolastico
Onde attivare tutte le opportune azioni di contenimento del contagio è necessario un corretto e periodico monitoraggio nelle scuole con presìdi sanitari scolastici per migliorare la tracciabilità.
Infine occorre la trasparenza dei dati disaggregati sia del contagio che della partecipazione allo screening per ogni singolo istituto, in modo da poter intervenire tempestivamente ove ce ne fosse maggiore necessità.
L’ultimo report dell’ISS (28/04/21) mostra una costante crescita dei contagi soprattutto in fascia 0-9 anni: +146% vs 5 gennaio (media popolazione non in età scolare +74%); +14% vs 07/04 (media popolazione non in età scolare +7%): i nostri bambini si stanno ammalando con un incremento doppio rispetto alla media della popolazione non in età scolare.
E sebbene siano spesso asintomatici o paucisintomatici – la metà di loro sviluppa sintomi long term (studio Policlinico Gemelli https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.01.23.21250375v1, nell’indifferenza delle Istituzioni.
Urge dunque una revisione immediata del protocollo di sicurezza in ambito scolastico, che tenga conto delle indicazioni dell’Iss e Inail a fronte della maggiore contagiosità della variante inglese ormai predominante in Italia, senza ulteriori indugi.