13 centesimi: applausi ad ANQUAP per la svendita del personale ATA. UIL, tutto bene?
Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 4 settembre 2025, ha stanziato 240 milioni di euro per il rinnovo del contratto del Comparto Istruzione e Ricerca relativo al triennio 2022–2024.


Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 4 settembre 2025, ha stanziato 240 milioni di euro per il rinnovo del contratto del Comparto Istruzione e Ricerca relativo al triennio 2022–2024.
Una cifra che, se distribuita sull’intera platea di lavoratori e sull’arco temporale interessato, equivale a un riconoscimento economico medio di circa 13 centesimi netti al giorno.
Una somma simbolica, che più che valorizzare il lavoro del personale scolastico, sembra volerlo commemorare.
In questo contesto, colpisce la posizione di Anquap - Associazione Nazionale Quadri delle Amministrazioni Pubbliche, che ritiene questo stanziamento "sufficiente" per chiudere definitivamente e velocemente la trattativa.
Un'affermazione che, se non fosse tragica, potrebbe sembrare ironica.
Ma purtroppo non lo è.
Ci si chiede a quale titolo un soggetto privo di rappresentatività nazionale sul piano contrattuale si arroghi il diritto di definire “chiudibile” un contratto che riguarda più di un milione di lavoratori.
ANQUAP non siede ai tavoli contrattuali, non partecipa alla contrattazione collettiva nazionale, non ha mandato dai lavoratori. Eppure commenta, propone, detta linee.
È il paradosso di un sistema che consente a chi non ha titolo di parlare a nome di tutti, mentre chi avrebbe il dovere di farlo resta in silenzio.
Alla luce di tutto questo, emerge un interrogativo che non può essere ignorato:
Nel novembre 2024, UIL Scuola e ANQUAP hanno siglato un accordo di collaborazione per la valorizzazione del personale ATA.
Un’intesa che, nelle previsioni, avrebbe dovuto produrre proposte condivise, percorsi formativi e azioni comuni a tutela di un comparto fondamentale della scuola.
Oggi, alla luce della posizione assunta da ANQUAP, è legittimo chiedere al Segretario Generale della UIL Scuola RUA, Giuseppe D'Aprile:
Lei è d'accordo con la posizione di ANQUAP?
È questa la valorizzazione che UIL Scuola RUA intende sostenere?
Ritiene accettabile che il personale ATA venga trattato come una variabile economica da contenere, piuttosto che come una risorsa da riconoscere?
Intende prendere le distanze da chi giudica “sufficiente” un aumento di 13 centesimi al giorno o confermare la piena validità dell'accordo sottoscritto?
Non è una questione di forma, ma di sostanza.
Perché condividere il tavolo con chi legittima l’umiliazione del lavoro significa diventare parte del problema.
E se 13 centesimi sono il frutto della “collaborazione” annunciata, allora occorre avere l’onestà intellettuale di chiamare le cose col loro nome: non è valorizzazione, è svendita.
Chi rappresenta davvero i lavoratori oggi ha una sola responsabilità:
alzare la voce, pretendere dignità, rifiutare l’elemosina travestita da contratto.
Il personale ATA e l’intero comparto scolastico non chiedono riconoscimenti simbolici, ma risposte concrete.
E hanno tutto il diritto di sapere chi sta davvero dalla loro parte — e chi, in silenzio o con complicità, li ha già venduti.