Cronache di una maturanda: l’ultima campanella, tra lacrime e gavettoni

Cronache di una maturanda: l’ultima campanella, tra lacrime e gavettoni

06/06/24: -12 giorni all’Esame di Stato

Come di consueto, l’ormai trascorso ponte del 2 giugno è stato per noi ragazzi il primo assaggio d’estate, poichè separa la frenesia di maggio da quegli ultimi giorni di scuola, molto spesso vissuti solo da chi deve recuperare e svolgere le ultime verifiche. Tuttavia, per le classi terminali, quell’ultima settimana e specialmente l’ultimo giorno assumono un significato estremamente simbolico: il “Ci vediamo l’anno prossimo” si trasforma in un “Vi verrò a trovare”, e questa malinconica consapevolezza non può fare altro che spostare il focus dei maturandi sull’imminente Esame di Stato.
La distanza dalla prima prova della Maturità 2025 si può ormai quasi misurare con le dita, e anche gli studenti che fino ad adesso hanno cercato di negare il decorrere del loro ciclo di studi dovranno affrontare le loro paure, perché oggi è suonata “l’ultima campanella”.
Per chi più, per chi meno, questo momento segna inevitabilmente una rottura, un passaggio, un salto verso l’ignoto: la commozione travolge anche chi non ha mai versato una lacrima in cinque anni, anche chi apparentemente sembra essere pronto a fare il passo avanti. Persino i docenti non scampano alle loro emozioni ed improvvisamente le verifiche diventano un pensiero secondario, lasciando spazio ad attimi di affetto e tenerezza che gli studenti non avrebbero mai pensato di vivere. Avreste mai immaginato di essere abbracciati proprio dalla prof che credevate non vi sopportasse minimamente? Eppure, proprio oggi, sarà successo a tantissimi!
Naturalmente questa mattinata non è stata trascorsa dagli studenti soltanto a suon di pianti, poiché per la sua peculiarità meritava anche di essere festeggiata a dovere; ecco che i corridoi diventano piste da ballo, le cattedre banchetti di dolciumi, i cortili un parco dove giocare con bottigliette e gavettoni, pronti a rinfrescare queste già afose giornate.
Insomma, le scuole si trasformano in tutto ciò che non si sarebbe mai potuto ricondurre a tale ambiente, dimostrando che il valore dell’istruzione non è legato soltanto alle lezioni frontali o alle conoscenze acquisite. Sono luoghi che oggettivamente formano i “cittadini del domani”, dei microcosmi protetti che riflettono la complessità del mondo esterno, fatto di gratificazioni, di fatiche, di delusioni e di fortune, che inevitabilmente riescono ad insegnare qualcosa che va oltre le materie. Alla fine, cos’è davvero la Maturità se non riuscire a comprendere questo?
Certamente non basterà per superare le prove, ma sicuramente sarà cosa più che gradita ai commissari se accanto allo studio degli argomenti emerge anche l’acquisizione di questa consapevolezza.

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