Deferimento UE per abuso del precariato. PD e sindacati soddisfatti. Valditara: prendiamo atto
Il recente deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per l’abuso dei contratti a tempo determinato nel settore scolastico ha portato una questione annosa alla ribalta: il pre...

Il recente deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per l’abuso dei contratti a tempo determinato nel settore scolastico ha portato una questione annosa alla ribalta: il precariato. Questo problema, che coinvolge migliaia di docenti e personale ATA, è stato motivo di dibattito tra sindacati e governo per anni. Ora, con l’intervento dell’UE, le richieste di soluzioni rapide e definitive sono diventate ancora più pressanti. Sindacati come la FLC CGIL, la UIL Scuola Rua e l’Anief hanno alzato la voce, mentre i politici, sia di governo che di opposizione, si confrontano sulla necessità di riforme strutturali.
Giuseppe Valditara: “Accogliamo la decisione della Commissione Europea”
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha dichiarato di accettare la decisione della Commissione Europea, riconoscendo che il sistema di reclutamento italiano presenta delle rigidità. Secondo Valditara, il problema principale è rappresentato dalle misure imposte dalla riforma del PNRR, che ha limitato la flessibilità nel reclutamento del personale scolastico, aggravando la situazione dei precari. Tuttavia, il Ministro ha espresso fiducia nel fatto che le prossime riforme possano garantire la parità dei diritti tra il personale a tempo determinato e quello a tempo indeterminato, soprattutto per quanto riguarda la progressione retributiva e i diritti economici e normativi.
Nonostante queste dichiarazioni di apertura, molti sindacati hanno criticato il governo per non aver agito in tempo, lasciando crescere la crisi del precariato negli ultimi anni. Gli stessi provvedimenti del Decreto Salva Infrazioni, che prevede sanzioni per l’abuso dei contratti a termine, sono considerati dai sindacati come misure insufficienti.
Gianna Fracassi (FLC CGIL): “Certificato il fallimento dei governi”
Gianna Fracassi, segretaria generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL (FLC CGIL), ha duramente criticato i governi che si sono succeduti, definendo il deferimento come “la certificazione del fallimento delle politiche scolastiche”. La sua denuncia è chiara: 250.000 precari tra docenti e personale ATA rappresentano il 25% dell’intera forza lavoro nel settore scolastico, una cifra insostenibile per un sistema che dovrebbe garantire stabilità e continuità.
Fracassi ha sottolineato che le chiacchiere devono finire e che è tempo di azioni concrete. Il suo sindacato ha chiesto di immettere in ruolo tutto il personale su posti vacanti e disponibili e di stabilizzare i docenti di sostegno, che contano oltre 130.000 lavoratori in situazione di precarietà. “Senza queste misure,” ha dichiarato Fracassi, “la qualità dell’istruzione è compromessa, e a pagarne il prezzo saranno le nuove generazioni”.
Marcello Pacifico (Anief): “14 anni di battaglie per difendere i precari”
Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, ha accolto con soddisfazione il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia UE, definendolo un successo dopo 14 anni di battaglie legali per i diritti dei lavoratori precari. Anief è stato tra i protagonisti nel denunciare l’abuso dei contratti a termine, presentando numerosi ricorsi legali a livello europeo.
Pacifico ha evidenziato che il problema riguarda oltre 400.000 lavoratori tra docenti e personale ATA, molti dei quali hanno accumulato più di 36 mesi di servizio con contratti a termine. Anief ha presentato emendamenti al Decreto Salva Infrazioni per introdurre un sistema di doppio canale per il reclutamento e garantire la stabilizzazione del personale precario. Pacifico ha insistito sul fatto che i diritti di questi lavoratori devono essere equiparati a quelli dei colleghi con contratti a tempo indeterminato, sia in termini di retribuzione che di diritti normativi.
Anief ha anche richiesto l’introduzione di un’indennità per il personale precario e l’estensione della Carta del Docente ai supplenti, sottolineando che la stabilizzazione del personale è una priorità non solo per tutelare i diritti dei lavoratori, ma anche per garantire la continuità didattica e la qualità dell’insegnamento.
Simona Malpezzi (PD): “Il governo agisca con il decreto salva infrazioni”
Simona Malpezzi, senatrice del Partito Democratico, ha espresso frustrazione per la mancanza di azioni concrete da parte del governo, nonostante le ripetute proposte avanzate dal suo partito negli ultimi due anni. Malpezzi ha ricordato che il PD aveva già previsto una soluzione al problema del precariato scolastico con la legge del 2017, ma il sistema è stato smantellato dal governo successivo.
La senatrice ha chiesto che il governo utilizzi il Decreto Salva Infrazioni per risolvere finalmente la questione, puntando su una riforma strutturale del reclutamento scolastico. “Meno spot e più provvedimenti utili,” ha dichiarato, criticando l’attenzione del governo su temi come l’ordine e la disciplina a scapito delle vere necessità del sistema scolastico.
La posizione di Irene Manzi (PD)
Anche Irene Manzi, responsabile scuola del Partito Democratico, ha espresso preoccupazione per il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia, sottolineando che la questione del precariato sta pesantemente incidendo sull’avvio dell’anno scolastico. Manzi ha ricordato che il sistema di reclutamento introdotto dal PD nel 2017, che prevedeva un percorso di formazione e stabilizzazione per i docenti precari, è stato abolito per ragioni ideologiche. Manzi ha invitato il Ministro Valditara a spiegare quali saranno le azioni concrete del governo per affrontare la questione.
Urgente una soluzione strutturale
La crisi del precariato scolastico in Italia è ormai diventata insostenibile. Il deferimento alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea rappresenta un punto di non ritorno, costringendo il governo ad affrontare una problematica che è stata troppo a lungo trascurata. I sindacati, in particolare FLC CGIL, UIL e Anief, hanno fatto appello per un intervento legislativo urgente che garantisca la stabilizzazione dei lavoratori precari e la parità di trattamento rispetto ai loro colleghi a tempo indeterminato.
Le misure adottate fino ad ora, come il Decreto Salva Infrazioni, sono considerate solo un primo passo, ma i sindacati chiedono soluzioni più incisive, come il doppio canale di reclutamento proposto da Anief e la copertura di tutti i posti vacanti, una richiesta avanzata sia da FLC CGIL che da UIL. Il governo, attraverso le parole del Ministro Valditara, sembra riconoscere la gravità della situazione, ma resta da vedere se le promesse di riforma si tradurranno in azioni concrete nei prossimi mesi.