Esami di Avvocato, il TAR Lombardia segna una svolta: “Non basta il voto numerico”

Esami di Avvocato, il TAR Lombardia segna una svolta: “Non basta il voto numerico”

18 aprile 2025 22:20
Esami di Avvocato, il TAR Lombardia segna una svolta: “Non basta il voto numerico” -
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Castellammare di Stabia/Milano, 18 aprile 2025

Una sentenza destinata a lasciare il segno. Il TAR Lombardia, Sezione Terza, ha stabilito con la decisione n. 01400/2025 che non è più sufficiente un semplice voto numerico per giustificare l’esclusione da un esame di abilitazione forense. Serve una motivazione più dettagliata, almeno nel contesto attuale.

Il caso è nato dal ricorso presentato da una candidata esclusa dalla prova orale dell’esame da avvocato (sessione 2023), dopo aver ottenuto 14/30 allo scritto. Difesa dagli avvocati Aldo Esposito e Ciro Santonicola, ha contestato la mancanza di spiegazioni sul punteggio ricevuto. Il TAR le ha dato ragione, annullando il provvedimento del Ministero della Giustizia.

La legge c’è, ma non si applica (ancora)

L’obbligo di motivare le valutazioni degli elaborati scritti è previsto dalla legge n. 247/2012, che all’articolo 46 impone l’indicazione di osservazioni positive o negative. Tuttavia, l’entrata in vigore di questa norma è stata rinviata più volte. Per l’esame del 2023, svolto con una sola prova scritta invece delle tradizionali tre (come previsto dal decreto legge n. 51/2023), era in vigore una disciplina transitoria.

Cosa cambia secondo il TAR

Secondo i giudici amministrativi, presieduti da Marco Bignami con estensore Mauro Gatti, le condizioni sono cambiate: meno candidati (9.703 nel 2023 contro oltre 27 mila nel 2016) e una sola prova scritta. In questo nuovo contesto, l’amministrazione non può più giustificare il solo voto numerico con esigenze organizzative.

La sentenza afferma che, anche in assenza dell’obbligo pienamente vigente previsto dalla legge del 2012, le valutazioni devono comunque essere motivate in modo più chiaro. È una questione di trasparenza e rispetto dei diritti dei candidati.

Una decisione che fa scuola

Il principio affermato dal TAR Lombardia potrebbe influenzare non solo le prossime sessioni dell’esame da avvocato, ma anche altri concorsi pubblici. Obbligare le commissioni a fornire spiegazioni reali e dettagliate significa rendere più equi e controllabili i procedimenti selettivi.

In sintesi, il messaggio è chiaro: il solo numero non basta più. E questa sentenza potrebbe cambiare il modo in cui si valuta – e si spiega – un giudizio.

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