Il liceo Manzoni torna al teatro Don Bosco con "la maledetta storia degli Atridi"
Un appuntamento ricco, che si articolerà due matinée – il 12 ed il 13 novembre – interamente dedicate agli studenti manzoniani ed una soirée aperta al territorio tutto, mercoledì 12 novembre, alle ore 19.00, condotta dalla giornalista Beatrice Crisci.
Il Laboratorio di Teatro Classico del Liceo “Manzoni” di Caserta torna a calcare le scene del Teatro Don Bosco con La maledetta storia degli Atridi, dopo la prestigiosa partecipazione – come già in passato - al Festival Internazionale del Teatro classico dei Giovani promosso dall'INDA e il grande successo di pubblico al Belvedere di San Leucio, nell’ambito della rassegna Summer School Fest e al Festival Capua Antica, promosso dall’Università degli Studi della Campania “L. Vanvitelli” presso l’Anfiteatro di Santa Maria Cap
Un appuntamento ricco, che si articolerà due matinée – il 12 ed il 13 novembre – interamente dedicate agli studenti manzoniani ed una soirée aperta al territorio tutto, mercoledì 12 novembre, alle ore 19.00, condotta dalla giornalista Beatrice Crisci. Tre momenti, un unico filo conduttore: quello di un teatro che nasce nella scuola e torna alla città. Lo spettacolo, ideato e diretto dal Prof. Massimo Santoro, si inserisce nel solco di un percorso teatrale ormai consolidato, che da ben 15 anni vede il “Manzoni” – il primo Liceo della nostra Provincia, in ordine di tempo, a creare un’esperienza teatrale permanente – vero e proprio protagonista nel panorama della drammaturgia classica. Con La maledetta storia degli Atridi, il Laboratorio rinnova la sfida di riportare la tragedia greca al centro di un discorso educativo ed artistico, nella convinzione che il teatro antico sia un corpo vivo, pulsante, che continua a parlarci.
La tragedia come specchio del presente
La maledetta storia degli Atridi è una pièce polifonica, la cui diegesi drammaturgica si muove su un duplice piano: la vicenda del ghènos degli Atridi è, per così dire, osservata dall’esterno e portata in scena da una improvvisata compagnia di saltimbanchi, in una cornice dal sapore boccaccesco. Insomma, una originale riscrittura ispirata all’Orestea di Eschilo e all’Elettra di Sofocle, che – grazie anche a sapienti contaminationes – sa dialogare con il moderno in una dimensione metateatrale. Attraverso un linguaggio scenico potente, lo spettacolo, arricchito da musiche originali, restituisce al mito la sua dimensione originaria: un racconto che ci spinge ad interrogarci su temi universali, quali la responsabilità, il dolore, la memoria. Dietro la messinscena, un lavoro lungo e rigoroso, condotto con passione dal prof. Santoro e dal Team del Laboratorio e sostenuto dalla Dirigente Scolastica Adele Vairo, che ha sempre creduto nel valore formativo del teatro come esperienza di crescita umana oltre che culturale. «Il teatro classico – sottolinea la D.S. Vairo – è una forma di educazione alla vita. Gli studenti del nostro Laboratorio sanno dar vita a una coralità che diventa rito collettivo, voce generazionale, ricerca di senso. Imparano a leggere sé stessi attraverso la parola dei grandi Autori e a dare forma alla propria interiorità attraverso il linguaggio dell’arte».
Un ricordo, una presenza
La serata del 12 novembre sarà anche un momento di profonda emozione e di memoria condivisa: il Laboratorio dedicherà lo spettacolo al ricordo di Gianluca Ariemma, attore e regista casertano, nato artisticamente proprio tra le fila del Laboratorio di Teatro Classico del “Manzoni” e di cui sarà per sempre ricordato come Anima e Carne. Gianluca, che negli anni aveva intrapreso una brillante carriera, resterà per sempre parte della comunità teatrale che lo ha visto crescere.
La scuola come palcoscenico di cultura
Con questo nuovo lavoro, il Laboratorio conferma la propria vocazione di officina culturale e di luogo di formazione alla cittadinanza, dove la conoscenza del mondo classico diviene strumento per leggere il contemporaneo. Ma contribuisce anche alla creazione di un modello di scuola aperta, dinamica e profondamente radicata nel territorio. Il Teatro Don Bosco, già testimone di successi passati, accoglierà anche questa volta I giovani interpreti ‘manzoniani’, che fanno del teatro una scelta di bellezza e di impegno. L’invito è a partecipare, per condividere un’esperienza che unisce memoria, arte e formazione: perché, come amano ripetere al Manzoni, “il teatro è la scuola dell’anima”.