In ricordo di Alessandra Casilli, docente precaria scomparsa dopo il concorso: la sua storia commuove il Parlamento
In ricordo di Alessandra Casilli, docente precaria scomparsa dopo il concorso: la sua storia commuove il Parlamento

Durante una seduta alla Camera dei Deputati, l’onorevole Irene Manzi ha commemorato la professoressa Alessandra Casilli, docente precaria tragicamente scomparsa l’11 giugno mentre rientrava da un concorso per l’immissione in ruolo. Un intervento toccante che riaccende i riflettori sulle condizioni di precarietà nella scuola italiana e sull’urgenza di politiche più giuste per chi si spende ogni giorno per l’educazione dei giovani.
“Chi era Alessandra Casilli?” È questa la domanda che ha aperto l’intervento sentito e commosso dell’onorevole Irene Manzi, intervenuta in Aula per ricordare la figura di una docente amata e stimata, vittima di un destino crudele. Alessandra Casilli era una professoressa precaria del liceo classico, scientifico e linguistico statale “Lorenzo Rocci” di Fara Sabina, in provincia di Rieti. Una di quelle insegnanti che affrontano ogni giorno la scuola con passione, dedizione e professionalità, nonostante le incertezze e le difficoltà legate a un sistema che ancora fatica a riconoscere pienamente il valore della stabilità.
Lo scorso 11 giugno, la professoressa Casilli si era recata a Campobasso per sostenere l’orale del concorso per l’immissione in ruolo. Era un giorno importante, come lo è per molti docenti che da anni lavorano con contratti a tempo determinato e sperano finalmente in una stabilità tanto meritata. Dopo la prova, stava tornando a casa per partecipare alla cena di fine anno con i suoi studenti, un momento che rappresenta la chiusura di un ciclo, la festa per l’impegno condiviso, il segno tangibile di quel legame che solo chi vive la scuola può comprendere davvero. Ma Alessandra non è mai arrivata: un incidente stradale ha spezzato la sua vita e il suo sogno.
“Quella morte improvvisa e violenta – ha detto l’onorevole Manzi – ha colpito molti e ha sollevato tanta rabbia, indignazione e dolore”. La sua figura è diventata simbolo di un’intera generazione di insegnanti che ogni giorno percorre centinaia di chilometri, studia, si aggiorna, partecipa a concorsi spesso disorganizzati e logoranti, senza garanzie e con orizzonti lavorativi sempre più incerti.
Non è semplice trovare parole adeguate per dare un senso a una perdita così assurda. Eppure, proprio in quel dolore, la parlamentare ha voluto ribadire che il lutto per la professoressa Casilli impone una riflessione più profonda. “La scuola – ha dichiarato – ha bisogno di più: di più attenzione, di più cura, di più risorse”. Serve una riforma che ponga davvero al centro le persone che la scuola la fanno ogni giorno: i docenti, i dirigenti, il personale scolastico. Serve uno Stato che scommetta nel futuro, come ha fatto Alessandra Casilli, che ha speso tutte le sue energie per il presente e il futuro dei suoi studenti.
Un impegno quotidiano, silenzioso ma fondamentale, che non può più essere dato per scontato. Dalla stabilità contrattuale alla retribuzione, dalla riduzione del precariato alla valorizzazione della figura docente: sono temi che devono diventare priorità politica. La morte di Alessandra non può restare solo una notizia di cronaca: deve diventare un appello alla coscienza civile e istituzionale del Paese.
L’onorevole Manzi ha voluto ringraziare anche il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, per la sensibilità dimostrata nel condividere il dolore per la scomparsa della professoressa Casilli. Un gesto importante, che riconosce il valore di un impegno professionale e umano che va oltre i contratti e i titoli, e che si misura nell’amore per l’insegnamento e nella responsabilità verso i giovani.
In quel banco lasciato vuoto dai suoi studenti durante la cena di fine anno c’è tutta la scuola italiana che chiede ascolto. E Alessandra Casilli, con la sua storia, con la sua dedizione e con il suo tragico destino, continuerà a interrogarci su cosa significhi davvero investire nel futuro.