INVALSI e IEA PIRLS: chi ha ragione?

Di seguito il Report della Vicepresidente di Irase Nazionale, prof.ssa Patricia Tozzi“Nel mese di maggio la PRESENTAZIONE DEI RISULTATI DELL’INDAGINE INTERNAZIONALE PIRLS 2021 condotta in 57 paesi e a...

A cura di Redazione Redazione
13 luglio 2023 07:59
INVALSI e IEA PIRLS: chi ha ragione? -
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Di seguito il Report della Vicepresidente di Irase Nazionale, prof.ssa Patricia Tozzi

“Nel mese di maggio la PRESENTAZIONE DEI RISULTATI DELL’INDAGINE INTERNAZIONALE PIRLS 2021 condotta in 57 paesi e alla quale hanno partecipato un campione di 222 scuole e di 7000 alunni,ci aveva rappresentato una situazione serena, dalla quale si evinceva che i nostri alunni sanno leggere, comprendono il senso di ciò che leggono e conseguono un punteggio medio superiore a quello medio internazionale. La pandemia potrebbe non aver permesso ulteriori miglioramenti (siamo ai livelli di 10 anni fa,dopo un lieve miglioramento nell’indagine di 5 anni fa),ma c’è anche da sottolineare che i nostri alunni sono mediamente più piccoli di un anno rispetto a quelli degli altri paesi. E c’è da evindeziare ancora,che in Europa hanno fatto meglio dell’Italia solo Finlandia, Polonia e Svezia”.


“L’Italia dimostra, attraverso questa indagine campionaria, di avere una scuola inclusiva,che lavora per diminuire le differenze, anche se si rilevano i punteggi maggiori negli alunni che hanno una provenienza socio-economico migliore. I nostri alunni amano leggere e le bambine hanno risultati lievemente migliori.
Poi arrivano oggi i RISULTATI DELLE PROVE INVALSI 2023: i nostri bambini della scuola primaria (oltre un milione di bambini) sono in difficoltà in italiano e matematica e i risultati, rispetto allo scorso anno sono maggiormente critici, e fanno emergere divari territoriali già dalle classe seconda, divari che diventano ancora più marcati nelle classi quinte. LA SCUOLA PRIMARIA CHE NELL’INDAGINE PIRLS SI MOSTRA POSITIVA ED INCLUSIVA NON SEMBRA AVERE LE STESSE CARATTERISTICHE SECONDO I DATI L’INVALSI”.


“La scuola secondaria vivrebbe, di riflesso, nel suo essere in continuità con la scuola primaria, una situazione non positiva portando a risultati che, pur permanendo stabili, non tendono al miglioramento se non nel reading e listening della lingua inglese.
La dispersione scolastica peggiora nel dopo pandemia e viene sottolineato come siano tanti gli alunni che abbandonano la scuola prima del conseguimento di un diploma o che non raggiungono competenze di base necessarie per affrontare i gradi di studio successivi o il mondo del lavoro.
Dai dati Invalsi si si evincono, da anni, e anche quest’anno, differenze tra nord e sud con risultati positivi al nord e in particolare nelle scuole di tipo tecnico e professionale.
Che dire???Quali elementi positivi possiamo leggere? Il dato nuovo e di grande importanza è quello relativo agli alunni stranieri di seconda generazione, che in alcune aree geografiche migliorano i propri risultati”.


“Ciò ci porta a ribadire il grande lavoro di inclusione che i nostri insegnanti fanno con fatica e poco riconoscimento sociale, ogni giorno! E l’altro dato positivo è il miglioramento dei risultati della lingua inglese della scuola secondaria di secondo grado ,che mostra anche in questo caso il grande lavoro che le scuole hanno avviato per recuperare una situazione che sembrava preoccupante.
Io sono del parere che i test invasi debbano essere campionari e non censuari (sarebbe anche fonte di ottimo risparmio, per investire in altri settori scolastici), e, sebbene non voglio mostrare alcun tipo di pregiudizio verso i test in genere,sono fermamente convinta che in questa modalità una-tantum,non valutino alcunché”.


“Possono essere considerati una mera misurazione che diventa utile solo se accompagnata da altre prove di diverso tipo e da un lungo periodo di osservazioni sistematiche di altre variabili importantissime. Allora potremmo esprimere una seria e autentica valutazione su alunni, classi e scuole,ma a mio parere,sempre con indagini campionarie e non censuarie, come avviene in tutti i paesi dell’OCSE.
Così non solo sono inutili, perché da anni i decisori politici non apportano correttivi che nelle scuole facciano poi ottenere un significativo miglioramento, sono anche costosissime per il nostro sistema di istruzione e non misurano apprendimenti che non si dimostrano rispondendo a domande in tempi brevissimi non superiori ai 45/60 secondi.
Le prove invalsi possono avere una loro valenza se discusse con gli alunni,se argomentate ,se utili come strumento che guida alla risoluzione dei problemi…,ma la modalità stessa e la tempistica nella somministrazione ne vanificano qualsiasi possibile aspetto positivo, che pure ci si sarebbe!
Sul sito dell’INVALSI, chi fosse interessato, può trovare i dati in dettaglio”.

 

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