Più di 500 circolari l’anno, 3 al giorno: la scuola annega nella burocrazia e per i docenti lo stress aumenta – SONDAGGIO

Smartphone e scuola

Oggi ultimo giorno di lezione nella maggior parte delle oltre 7.000 scuole italiane, dove la burocrazia cresce a dismisura: sono in media più di 500 le Circolari, tre al giorno, che dall’inizio dell’anno scolastico sono state pubblicate da ogni preside. Vi sono istituti scolastici dove le comunicazioni ufficiali della dirigenza hanno superato quota 1.000! E per i docenti lo stress aumenta in modo inesorabile, perché molte comunicazioni risultano poco utili o interessanti solo per una frangia di lavoratori. I dati derivano dall’ultimo sondaggio nazionale effettuato sulla categoria dalla testata “La Tecnica della Scuola”.

 

Il messaggio che giunge dalle scuole è forte e chiaro: il flusso di Circolari nelle scuole italiane viene vissuto come eccessivo, dispersivo, spesso inutile. Una “pioggia” di informazioni, richieste e comunicazioni quotidiana che non lascia tregua. E che da molti addetti ai lavori spesso non viene ritenuta meritevole di essere prodotta attraverso una circolare ufficiale. Da un sondaggio prodotto dalla ‘Tecnica della Scuola’ – al quale hanno partecipato in larga parte insegnanti (363 su circa 400), seguiti da altro personale scolastico (27 risposte), dirigenti scolastici (6) e qualche genitore (4), in prevalenza del Nord Italia – risulta il 26% ha ricevuto oltre 500 Circolari dall’inizio dell’anno scolastico in corso; un ulteriore 20% ne ha contate tra le 400 e 500. Sommando le varie fasce, emerge che più del 75% dei partecipanti ha ricevuto oltre 200 Circolari, quindi tra le 2 e le 3 Circolari al giorno compresi sabato e domenica.

Si tratta, anche a sentire le reazioni dei docenti, di un flusso comunicativo che rischia di diventare ingestibile. E di produrre l’effetto opposto per cui è nato: nell’iperproduzione di Circolari, infatti, rischiano di “perdersi” le informazioni utili e che interessano alla comunità scolastica.

“È difficile, infatti, mantenere l’attenzione e distinguere tra l’importante, l’essenziale e il superfluo quando si viene sommersi da decine di notifiche a settimana – commenta Alessandro Giuliani, direttore della ‘Tecnica della Scuola’ -. Non a caso, in molte testimonianze ricorre la richiesta di semplificare, accorpare e pubblicare solo Circolari davvero necessarie”.

Il dato più eloquente riguarda la percezione di disagio: quasi l’80% dei partecipanti ha dichiarato di sentirsi disturbato dal ricevere più di 10 Circolari a settimana. Solo il 15% ha risposto di no, mentre un 7% ha ammesso di non avere un’opinione precisa.

La pioggia di Circolari che si abbatte quotidianamente sulle scuole italiane è percepita da molti docenti come un vero e proprio ostacolo al lavoro educativo. Ci sono dei casi limite, hanno testimoniato alla nostra testata gli stessi docenti, con oltre 1.000 Circolari per anno scolastico.

“Ad oggi siamo a 1.224 comunicazioni, di cui 532 Circolari: un numero spropositato che rappresenta degnamente la situazione di bulimia comunicativa oggi in atto nella scuola. Unico modo per proteggersi: non leggerle”, denuncia un insegnante.

Diversi docenti parlano di stress da iperconnessione, di “Circolari anche solo per inoltrare comunicazioni del MIM” e segnalano l’arrivo di messaggi “a tutte le ore, anche nei giorni festivi”.

A preoccupare non è solo la quantità, ma la gestione: “Spesso sono inviate a tutti, anche se riguardano solo una parte del personale”, e questo rende difficile individuare le comunicazioni davvero importanti. C’è chi sottolinea anche l’effetto sulle famiglie e sugli studenti, “alienati da un eccesso di comunicazioni, proposte, avvisi”.

In molti casi, “leggere le Circolari è diventato un lavoro part-time”. Il malessere è diffuso: “Il corpo docente è stanco di tutta questa burocrazia, si è persa di vista la realtà del fare scuola”.

Il sovraccarico comunicativo nelle scuole sembra diventare un ostacolo non solo alla serenità lavorativa, ma anche all’efficacia della comunicazione stessa. Quando “tutto è urgente”, nulla lo è davvero. L’impressione è che la scuola abbia urgente bisogno di semplificare e razionalizzare i propri processi informativi.

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