RSU, voci dal Ministero: pomeriggio di fuoco dopo il decreto. L’ipotesi che prende quota: elezioni da ripetere solo dove c’è il CONITP
Un sabato pomeriggio inaspettatamente incandescente quello vissuto nei corridoi del Ministero dell’Istruzione e del Merito. La notizia del decreto cautelare del TAR del Lazio, che ha sospeso in via mo...
Un sabato pomeriggio inaspettatamente incandescente quello vissuto nei corridoi del Ministero dell’Istruzione e del Merito. La notizia del decreto cautelare del TAR del Lazio, che ha sospeso in via monocratica le elezioni RSU previste per il 14, 15 e 16 aprile 2025, è arrivata all’improvviso, cogliendo tutti di sorpresa. Nonostante il ricorso del CONITP fosse noto, in pochi si aspettavano una decisione così drastica e a ridosso della consultazione.
Tensione e ipotesi sul tavolo
Fonti interne al Ministero raccontano di un clima teso e di una riunione operativa convocata d’urgenza nelle ore immediatamente successive alla notifica del provvedimento. Al centro della discussione, la questione cruciale: cosa fare ora?
Secondo quanto trapela, l’ipotesi di sospendere l’intera tornata elettorale viene giudicata da molti dirigenti come una misura troppo traumatica, sia per l’impatto organizzativo, sia per il valore simbolico dell’evento. Le RSU rappresentano uno dei momenti cardine della democrazia sindacale nel pubblico impiego, e bloccarle su scala nazionale, a poche ore dall’apertura dei seggi, potrebbe creare un precedente pericoloso e scatenare reazioni a catena da parte delle altre sigle coinvolte che hanno gia’ mobilitato i rispettivi uffici legali.
La “soluzione tampone” che piace agli esperti
Nelle stanze tecniche del Ministero e tra i consulenti giuridici circola con insistenza una linea di mediazione: non fermare tutto, ma correre il rischio calcolato di portare avanti le elezioni, riservandosi di ripeterle solo nelle scuole dove erano state presentate liste del CONITP. Una scelta che, secondo alcuni funzionari, limiterebbe i danni e consentirebbe di tutelare almeno parzialmente l’impianto organizzativo già messo in moto da settimane.
La proposta non è priva di criticità: significherebbe ammettere implicitamente che il decreto del TAR possa avere fondamento, ma allo stesso tempo rimandare le decisioni definitive alla camera di consiglio del 6 maggio, quando il Tribunale si pronuncerà in composizione collegiale. In caso di conferma della misura cautelare, questa strada offrirebbe una via d’uscita meno dolorosa, evitando di dover annullare l’intera consultazione a posteriori.
Tra prudenza e rischi
L’equilibrio da trovare è delicato. Da un lato c’è il dovere di rispettare il provvedimento giurisdizionale, dall’altro la volontà di non paralizzare un processo democratico così esteso. Le prossime ore saranno decisive per capire quale linea prevarrà. Il Ministero — che formalmente non è obbligato a fermare le elezioni, ma è chiamato a valutare con attenzione le conseguenze — non ha ancora comunicato una posizione ufficiale, mentre i tecnici dell’ARAN restano in attesa di indicazioni.
Nel frattempo, nelle segreterie scolastiche, tra i docenti e nei sindacati, cresce il senso di incertezza. Una cosa però è chiara: la giornata del 12 aprile 2025 sarà ricordata come una delle più turbolente nella storia recente della rappresentanza sindacale nella scuola italiana.
A rischio le elezioni RSU del 14: per il TAR del Lazio vanno sospese