Studente di 14 anni non va a scuola da settembre, il sindaco invia diffida con ultimatum ai genitori: «Una settimana di tempo»

Studente di 14 anni non va a scuola da settembre, il sindaco invia diffida con ultimatum ai genitori: «Una settimana di tempo

A cura di Redazione Redazione
08 febbraio 2025 16:47
Studente di 14 anni non va a scuola da settembre, il sindaco invia diffida con ultimatum ai genitori: «Una settimana di tempo» -
Condividi

PONZANO (TV) – Da inizio anno scolastico un quattordicenne di Ponzano non ha mai varcato i cancelli dell’istituto che dovrebbe frequentare. Ora, la situazione è diventata insostenibile e il sindaco ha deciso di intervenire ufficialmente, inviando una diffida ai genitori: hanno a disposizione una sola settimana per regolarizzare la posizione del figlio. Se ciò non avverrà, potrebbero adottare sanzioni amministrative e ulteriori provvedimenti.

Secondo quanto riportato da Leggo , l’amministrazione comunale si è mossa dopo aver ricevuto segnalazioni ripetute dalla scuola e dagli uffici sociali. Il ragazzo avrebbe iniziato a disertare le lezioni fin dal primo giorno di scuola a settembre e, nel corso dei mesi, non si è mai presentato in classe. La famiglia, contattata in precedenza dalle autorità scolastiche e comunali, sembra non aver preso provvedimenti concreti per risolvere la situazione.

I riferimenti normativi sull’obbligo scolastico

In Italia, l’istruzione è obbligatoria almeno per 10 anni, a partire dai 6 anni di età, fino al compimento dei 16 anni. Tale obbligo è sancito, in primo luogo, dall’Articolo 34 della Costituzione , che annunciare il diritto all’istruzione per tutti i cittadini. A rafforzare questo principio, intervengono diverse disposizioni legislative:

  • Legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Finanziaria 2007) , art. 1, comma 622, che ha innalzato l’obbligo di istruzione a 16 anni.
  • Il D.Lgs. n. 15 aprile 2005, n. 76 , che disciplina le sanzioni previste per i genitori che non assolvono all’obbligo scolastico dei figli.
  • Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione (D. Lgs. 16 aprile 1994, n. 297) , che racchiude norme, compiti e doveri relativi al sistema scolastico, compresa l’obbligatorietà dell’istruzione.

Ai sensi di queste normative, i genitori oi tutori legali hanno il dovere di garantire la frequenza scolastica o, in alternativa, di dimostrare l’effettiva formazione del minore (ad esempio, tramite istruzione parentale, purché regolamentata e documentata).

Le conseguenze per la famiglia

Viste le basi normative, la scelta di non mandare il figlio a scuola può esporre la famiglia a:

  1. Sanzioni amministrative : il Comune può erogare multe a carico dei genitori per inadempienza all’obbligo scolastico.
  2. Segnalazioni ai servizi sociali : l’assenza di istruzione potrebbe essere valutata come una forma di trascuratezza del minore.
  3. Eventuali ripercussioni penali : nei casi più gravi, può scattare una denuncia per inosservanza dell’obbligo scolastico, come previsto dal D. Lgs. 15 aprile 2005, n. 76 e dalle norme collegate.

La diffida del sindaco

La decisione del sindaco di Ponzano di inviare una diffida ufficiale è un atto che intende tutelare il diritto allo studio del minore e richiamare la famiglia alle proprie responsabilità. Nel documento, vengono concessi sette giorni di tempo per:

  • Iscrivere immediatamente il ragazzo a scuola e garantire la sua frequenza.
  • Dimostrare la validità di un percorso formativo alternativo (ad esempio, istruzione parentale o privata, secondo i requisiti di legge).

Qualora la famiglia non si adeguasse entro i termini stabilità, l’amministrazione potrebbe procedere con i provvedimenti previsti dalle norme in vigore, compreso l’eventuale coinvolgimento dell’autorità giudiziaria.

Un richiamo a responsabilità condivisa

La vicenda – che ha suscitato un acceso dibattito in paese – mette in luce la necessità di collaborazione tra famiglie, scuola e istituzioni. Da un lato, è fondamentale che i genitori comprendano l’importanza e l’obbligatorietà dell’istruzione per il futuro dei figli; dall’altro, è necessario che le autorità scolastiche e comunali si attivino in modo efficace, offrendo sostegno e orientamento. Solo in questo modo si potrà garantire ad ogni studente il diritto costituzionale all’istruzione, evitando che episodi del genere si ripetano.

Segui La Voce della Scuola