“15 minuti con” la rubrica di approfondimento giornalistico de La Voce della Scuola condotto dal prof. Diego Palma con Giuseppe D’Aprile, Segretario generale UIL Scuola Rua.
Seconda puntata del nuovo format de La Voce della Scuola condotto dal prof. Diego Palma che ha visto protagonista il Segretario Generale della UIL Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile per parlare di salvagua...

Seconda puntata del nuovo format de La Voce della Scuola condotto dal prof. Diego Palma che ha visto protagonista il Segretario Generale della UIL Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile per parlare di salvaguardia della scuola statale di questo paese e delle persone che la frequentano valorizzando il lavoro delle persone che vi lavorano dentro. L’intervista si apre con una parola chiave che è Rispetto, per la quale viene proiettata una pillola sull’intervento del dott. D’Aprile in occasione del congresso nazionale UIL Scuola Rua.
Che cos’è Rispetto per Giuseppe D’Aprile e per la UIL Scuola Rua?
“Rispetto è un sentimento di stima, è l’opposto di indifferenza e lo rivolgiamo soprattutto al duro lavoro svolto da tutto il personale della scuola che ha dovuto affrontare con grande responsabilità, professionalità, spirito di sacrificio e dedizione al lavoro uno dei momenti più difficili e complessi che la nostra scuola ha attraversato durante gli anni coinvolti dalla pandemia. Rivolgiamo la parola Rispetto anche alle famiglie e agli studenti che si sono dovuti riadattare ad un nuovo modo di fare scuola. Agli studenti in particolare, va rivolto rispetto per l’enorme sforzo che hanno fatto per riorientarsi in queste nuove dinamiche. Ma la nostra attenzione si concentra anche laddove c’è mancanza di rispetto e cito situazioni in cui l’insegnante usa violenza verso lo studente o lo studente che usa violenza verso il docente. Noi dobbiamo recuperare quel terreno perso dalla scuola negli ultimi vent’anni. Come sindacato ci poniamo la domanda sul perché si verificano queste situazioni, per poter agire. Bisogna rieducare la società per far riguadagnare la dignità e il rispetto che merita la scuola in quanto Istituzione.”
Alla scuola serve anche un disegno complessivo, come ha detto lei, lavoro e non burocrazia, professionalità e non adempimenti. Come sindacato avete avuto la possibilità di avere un primo incontro con il neo Ministro all’Istruzione Valditara a cui, come lei ci ha riferito, avete tenuto ad illustrare la situazione attuale del sistema scolastico, fornendogli anche soluzioni sostenibili sia riguardo alla sicurezza infrastrutturale sia riguardo al problema del precariato. Ci può illustrare le soluzioni da voi proposte?
“Prima di tutto abbiamo parlato di precariato: al Ministro abbiamo illustrato i numeri della piaga del precariato che riguarda tutto il personale scolastico (docenti, ATA). C’è bisogno di un reclutamento serio e snello, che faciliti l’immissione in ruolo considerando l’esperienza sul campo per non farla disperdere. Bisogna, dunque, partire dall’ampliamento dell’organico del personale ATA. Sottolineo che l’organico covid, che è servito a compensare tutte le carenze del personale nelle segreterie scolastiche, non sarà riconsiderato e, pertanto, i circa 50 mila posti destinati a quella misura, devono essere strutturali. Deve trattarsi non di un intervento spot, ma di un intervento fisso e duraturo trasformando l’organico di fatto in organico di diritto e immettere in ruolo tutti i precari nei posti che si creano, chiaramente con un adeguato reclutamento. Proposta, questa, che è emersa da un attento studio che ha coinvolto tutta la nostra segreteria nazionale, attraverso parametri che si incrociano con le Naspi e i Ministeri dell’Economia e delle Finanze. Questo studio scaturisce dalla convinzione che la stabilizzazione del personale precario ha un’incidenza minima per la spesa dello Stato. Facilita anche una mobilità senza vincoli – sottolineo che questo sindacato ritiene che ogni vincolo sia sbagliato – a vantaggio della vita scolastica e della continuità didattica, che è stata molto penalizzata da un sistema di reclutamento che ha mostrato tutti i suoi limiti, non ultimo quello delle GPS, che si è dimostrato fallimentare.
La ricerca ha riguardato i costi sostenuti dalla scuola nell’anno scolastico 2020/21 relativi alle supplenze e le somme elargite dalla Naspi. Dai dati ministeriali emerge che i subentri del 2021 (docenti, ATA) sono stati 252.257. Incrociando le spese sostenute è emerso che si tratta di 180 milioni di euro. Ovvero, ogni precario costa allo Stato circa 715 euro l’ora. Adesso tocca alla politica e alle Istituzioni ascoltare e mettere in opera le nostre proposte.”
L’ultimo tema trattato è la tutela degli studenti. L’argomento viene presentato da una pillola di un intervento del dott. D’Aprile.
A Scuola non si lavora, a scuola si studia. Queste le sue parole. Giuseppe D’Aprile, Segretario generale della UIL Scuola Rua, a lei le conclusioni.
“I percorsi di alternanza scuola lavoro si sono più volte dimostrati strumenti di manodopera a costo zero senza tutele né per la salute né per l’arricchimento personale dello studente, che dovrebbero essere sempre garantiti. A scuola non si lavora, a scuola si studia. È necessario, inoltre, evidenziare le carenze infrastrutturali, in merito alle quali abbiamo provato a proporre al Ministro, in occasione del nostro incontro, soluzioni che non prevedano solo i fondi PNRR che risultano, ancora una volta, trattarsi di soluzioni momentanee. È necessario trovare soluzioni a lungo termine. Sotto osservazione ci sono 40 mila edifici scolastici, il 23% di questi edifici non è stato originariamente costruito per accogliere una scuola, ma è stato riadattato. Meno del 50% degli edifici scolastici possiede il certificato di agibilità e il 45% non possiede il collaudo statico. Questa è la testimonianza che gli interventi spot di breve periodo non sono adatti a risolvere situazioni strutturali che prevedono tempistiche più lunghe. La sicurezza scolastica deve essere una garanzia e necessita di finanziamenti strutturati nel tempo. Bisogna investire.
Di quanti morti ancora abbiamo bisogno per decretare l’inefficienza di un sistema che così strutturato non funziona e mi riferisco in particolare ai PCTO. A questi strumenti i ragazzi devono giungervi a seguito di un adeguata cultura generale che solo la scuola può garantire.”