Nel cedolino di giugno la prima erogazione. Prevista rinuncia facoltativa per chi teme di superare i limiti di reddito
Con la Legge 30 dicembre 2024, n. 207, entra in vigore un nuovo intervento sul cuneo fiscale a beneficio dei dipendenti pubblici, che prevede una detrazione fino a 1.000 euro annui per coloro che dichiarano un reddito compreso tra 20.001 e 40.000 euro lordi. La misura, che si inserisce nel più ampio obiettivo del Governo di aumentare il netto in busta paga per le fasce intermedie, sarà erogata per la prima volta nel cedolino di giugno 2025, con un conguaglio che tiene conto delle mensilità da gennaio a maggio.
Il sistema di calcolo è gestito da NoiPA, che proietta i redditi annuali stimati sulla base delle retribuzioni fino a maggio, della tredicesima, e delle informazioni fornite nella Certificazione Unica 2024. Un ulteriore parametro è rappresentato dal “reddito forzato”, che può essere inserito manualmente per simulare eventuali compensi futuri.
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Una detrazione che decresce e si azzera
Come previsto dalla norma, la detrazione decresce progressivamente all’aumentare del reddito, azzerandosi al raggiungimento dei 40.000 euro. Non si tratta di una penalizzazione, ma di una misura calibrata secondo il principio di progressività fiscale, secondo cui chi guadagna di più contribuisce in misura maggiore al finanziamento dei servizi pubblici.
Per questo motivo, la detrazione non è rivolta ai redditi più alti, e risulta strutturata per favorire le fasce centrali, spesso ritenute le più esposte all’erosione del potere d’acquisto. In caso di superamento del limite durante l’anno (per esempio per incarichi extra, straordinari o compensi accessori), l’importo ricevuto potrà essere recuperato tramite conguaglio a debito nel febbraio dell’anno successivo.
La possibilità di rinunciare al beneficio
Proprio per evitare brutte sorprese, la legge offre ai lavoratori la possibilità di rinunciare alla detrazione, anche in via cautelativa. La comunicazione va effettuata entro il 25 maggio per avere effetto retroattivo sulle mensilità precedenti. Le rinunce effettuate dopo quella data avranno efficacia solo sulle mensilità successive.
La rinuncia è facoltativa e può essere revocata in qualsiasi momento dell’anno attraverso la funzione self-service di NoiPA. Si tratta quindi di un’opportunità gestibile in autonomia dal lavoratore, che può valutare la propria situazione reddituale e decidere come comportarsi.
Il caso del personale scolastico
Nel settore scuola, dove molti dipendenti integrano il proprio reddito con incarichi aggiuntivi, alcuni soggetti – come collaboratori del dirigente scolastico, referenti di progetti o figure di sistema – potrebbero temere di superare i 40.000 euro lordi e quindi decidere di rinunciare al beneficio.
Tuttavia, è bene ricordare che chi lavora di più guadagna di più, e dunque, in una logica di proporzionalità, è naturale che i vantaggi fiscali siano rivolti a chi si colloca in fasce di reddito inferiori. Non si tratta di una “punizione” per chi svolge incarichi extra, ma di una misura redistributiva volta a sostenere le fasce medie.
Cuneo fiscale o merito?
Il taglio del cuneo fiscale previsto dalla Legge 207/2024 rappresenta un intervento coerente con l’intento di alleggerire il carico fiscale sui redditi intermedi, lasciando margini di scelta ai lavoratori. Nel mondo della scuola, come in altri comparti pubblici, sarà importante valutare consapevolmente la propria posizione reddituale per evitare disguidi futuri, ma senza generare allarmismi: il principio guida resta la progressività fiscale, non la penalizzazione del merito.