A 15 anni dall’omicidio di Angelo Vassallo: la memoria che diventa lezione di legalità nelle nostre scuole

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ricorda oggi Angelo Vassallo, il sindaco pescatore, ucciso barbaramente il 5 settembre 2010 mentre rientrava a cas

A cura di Redazione
05 settembre 2025 12:37
A 15 anni dall’omicidio di Angelo Vassallo: la memoria che diventa lezione di legalità nelle nostre scuole -
Condividi

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ricorda oggi Angelo Vassallo, il sindaco pescatore, ucciso barbaramente il 5 settembre 2010 mentre rientrava a casa. Quella notte, tra le colline e il mare del Cilento, non è stata strappata soltanto la vita di un uomo ma è stata colpita l’idea stessa di una politica come servizio, trasparente e radicata nella comunità. La recente svolta giudiziaria, che ha portato all’arresto di quattro persone dopo quattordici anni di depistaggi e silenzi, ci invita a riflettere sul peso dell’omertà e sul coraggio necessario per spezzarla.

Vassallo era un amministratore che aveva saputo unire concretezza e visione. Difendeva il mare e la sua gente, custodiva un territorio fragile, scommetteva sull’ambiente e sulla cultura come strumenti di riscatto. Con la sua determinazione ha sostenuto la candidatura della dieta mediterranea a Patrimonio UNESCO, dando voce a un’identità antica e universale. Il suo impegno non era isolato: era un messaggio rivolto soprattutto ai giovani, perché imparassero a riconoscere nella cura del proprio territorio e nel rispetto delle regole un orizzonte di dignità collettiva.

Ricordare Vassallo significa allora non soltanto onorare una memoria, ma assumere un compito. La scuola, luogo privilegiato di formazione e crescita, è chiamata a trasformare quella ferita in lezione civile. Ogni aula, ogni laboratorio, ogni discussione può diventare spazio in cui si impara che la legalità non è un concetto astratto, ma una pratica quotidiana che si costruisce con gesti concreti, con responsabilità condivise, con il rifiuto dell’indifferenza.

Parlare di Angelo Vassallo ai nostri studenti significa introdurli a una cittadinanza che non si limita ad osservare, ma che prende posizione; significa renderli consapevoli che la difesa dei beni comuni e dei diritti non appartiene soltanto alla politica, ma a ciascuno di noi. Il suo esempio ci invita a non abbassare lo sguardo, a non accettare la complicità tacita che lega interessi leciti e illeciti, a non credere che la violenza sia destino inevitabile dei territori.

Dopo quindicii anni, la sua voce continua a risuonare come monito e come promessa. A noi, docenti, spetta il compito di farla vivere nelle coscienze dei ragazzi e delle ragazze che ogni giorno incontriamo, perché crescano cittadini capaci di custodire la libertà e di pretendere giustizia. Solo così il sacrificio di Angelo Vassallo potrà trasformarsi in una forza generativa, capace di illuminare le strade future.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

Segui La Voce della Scuola