Accesso negato a persona con disabilità a Bacoli (NA)

Richiamo istituzionale al rispetto dei diritti delle persone con disabilità

A cura di Redazione
25 luglio 2025 15:14
Accesso negato a persona con disabilità a Bacoli (NA) -
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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda inquietudine per quanto accaduto a Bacoli, in provincia di Napoli, dove un padre ha denunciato pubblicamente l’impossibilità di accedere con il proprio figlio, persona con disabilità, alla spiaggia di Capo Miseno, a causa di barriere architettoniche, parcheggi inaccessibili e assenza di alternative compatibili con le esigenze della sua famiglia.

La vicenda, per quanto specifica, assume un valore paradigmatico. Non si tratta di un semplice episodio di inefficienza o disorganizzazione locale: siamo di fronte a una vera e propria negazione di diritti fondamentali, primo fra tutti quello all’accesso pieno, libero e dignitoso agli spazi pubblici da parte di tutti i cittadini, a prescindere dalla loro condizione personale.

La risposta del sindaco della città, a quanto si apprende dalla stampa, che ha suggerito alla famiglia di “recarsi altrove”, a nostro avviso, rappresenta una grave caduta di visione e responsabilità istituzionale. In quelle parole non risuona alcuna consapevolezza del dovere pubblico di rimuovere gli ostacoli che limitano l’eguaglianza, come sancito dall’art. 3 della Costituzione. Si percepisce, piuttosto, l’eco di un atteggiamento culturale ancora troppo diffuso, secondo cui l’inclusione può essere rinviata, demandata, delegata. Come se fosse una gentile concessione da parte dell’ente pubblico, e non un diritto esigibile da ogni cittadino.

Nel 2025, questo tipo di approccio non è più sostenibile, né sul piano giuridico né su quello etico. L’inclusività non è un tema accessorio dell’amministrazione, ma la cartina di tornasole della qualità democratica di una comunità. È attraverso la capacità di garantire piena cittadinanza a chi vive condizioni di vulnerabilità che si misura la tenuta morale e civile delle istituzioni. E se una città invita un cittadino fragile ad “andare altrove”, allora rinuncia a se stessa, alla propria vocazione pubblica, al proprio ruolo costituzionale.

Non è possibile continuare ad affidare la dignità delle persone con disabilità alla disponibilità contingente di strutture o servizi “dedicati”. La separazione fisica – e spesso simbolica – in “luoghi per tutti” e “luoghi per alcuni” è una forma larvata di discriminazione. La disabilità non è una condizione da contenere o da spostare: è parte integrante del tessuto sociale. E uno spazio non accessibile è, a tutti gli effetti, uno spazio sottratto alla cittadinanza.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani considera il caso Bacoli una dolorosa occasione per ribadire con forza che l’inclusione è un dovere pubblico, non un’opzione amministrativa. È una responsabilità collettiva, che chiama in causa la politica, le istituzioni, la scuola, la società tutta. Occorre riconoscere, con lucidità, che siamo ancora lontani da una cultura dell’accoglienza reale, concreta, quotidiana.

L’inclusione autentica non si costruisce con i proclami, né con gli interventi straordinari. Si costruisce con la pianificazione ordinaria, con infrastrutture adeguate, con visione culturale, con empatia istituzionale. Si costruisce soprattutto con l’ascolto delle persone, e con la volontà di garantire a tutti – senza eccezioni – il diritto di abitare pienamente ogni spazio della vita comune.

Ciò che è accaduto non è solo una criticità da risolvere. È una ferita che riguarda il senso stesso della democrazia. E per questo non può passare sotto silenzio. Se l’inclusione non è ovunque, allora non è da nessuna parte.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

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