Ancodis: la “scuola informale” nella scuola formale
Ancodis: la “scuola informale” nella scuola formale. La soluzione all’italiana: lasciare tutto invariato per poter criticare. Alcune semplici domande

La soluzione all’italiana: lasciare tutto invariato per poter criticare. Alcune semplici domande.
Ogni tanto leggiamo articoli che – con una certa enfasi mediatica – ci ricordano ciò che è noto a chi conosce il sistema scolastico italiano e cioè che la scuola autonoma è affidata alla responsabilità di un dirigente scolastico titolare o reggente, che non esiste nella funzione docente una struttura gerarchica (per fortuna, aggiungo!).
Aggiungo per onore della verità che esistono anche i collaboratori del ds e le figure di sistema che affiancano quotidianamente il ds nel programmare, progettare, realizzare, monitorare il PTOF in sintonia con l’atto di indirizzo e le delibere degli organi collegiali (collegio docenti e consiglio di istituto).
E’ altresì noto che un ds si avvale di collaboratori da lui individuati – la squadra dell’autonomia – cui assegna incarichi e conferisce precise deleghe, strumento giuridico adottato per il “buon andamento dell’amministrazione”, per rendere più efficiente l’orga¬nizzazione dell’attività lavorativa, per ripartire responsabilità ed obblighi, per il raggiungimento degli obiettivi.
La possibilità di delegare funzioni attraverso lo strumento della delega – con specifico atto scritto e delimitato nel tempo – significa anche trasferire poteri effettivi a soggetti qualificati per professionalità ed esperienza. A tale condizione, il delegato nei limiti della delega può assumere poteri di iniziativa, di coordinamento e di orga¬nizzazione che sono assolutamente legittimi e soggetti alla legge.
Delegare non significa affidare mansioni superiori o assumere funzioni vicarie ma conferire responsabilità per le quali il delegato (collaboratore del ds/figura di sistema) deve risponderne al delegante (DS), agli organi collegiali e – pensate un pò! – anche alla legge! (si pensi al fiduciario di un plesso distaccato o al primo collaboratore della scuola in assenza del ds/in reggenza o ad un preposto alla sicurezza; ricordo anche quanta responsabilità fu in capo al referente covid che in moltissime scuole fu delegato alla funzione dal ds e non ha ricevuto mai – anzi è stato pure dimenticato!!! – alcun riconoscimento formale per avere assolto con responsabilità e competenza alla funzione di “sentinella del covid” nella scuola).
Per queste ragioni non esistono docenti “privilegiati” per la semplice ragione che esistono docenti che decidono liberamente solo di insegnare e fare altro (certamente economicamente più vantaggioso!) e ci sono docenti che oltre ad insegnare decidono altrettanto liberamente di rendersi disponibili ad assumere incarichi aggiuntivi, molto professionalizzanti, certamente molto onerosi di tempo ed impegno e che necessitano di adeguata formazione (per esempio il percorso di formazione volontaria incentivata ancora ferma alla prima annualità)!
Si tratta dei collaboratori del ds e delle figure di sistema riconosciute da precise fonti normative ma non definite in un quadro contrattuale che disconosce la complessità della scuola e che sembra non meritino alcuna formale attenzione….(tanto lavorano di più e bene, costano poco e sono pure privilegiati! Cosa vogliamo di più?)
Ciò detto, è possibile ancora negare che nella scuola italiana ci sono circa 100000 docenti che si spendono per le loro comunità senza avere nulla in cambio dallo Stato in termini di valorizzazione professionale e di carriera? (tanto diventano anziani nel servizio come tutti!)
Inoltre, vogliamo chiederci cosa succede FORMALMENTE e INFORMALMENTE quando in una scuola è assente il ds per giustificato motivo (ferie, malattia, legittimo impedimento, diritto alla disconnessione)? Come si pensa di colmare questo evidente “vulnus” giuridico?
Dunque, oggi più che mai è necessario trovare soluzioni per dare al sistema scolastico italiano quelle innovazioni giuridiche e contrattuali che tengano conto anche delle forme di lavoro a diverso titolo e con diversa delega espletati.
Allora Ministero e OO.SS. procedano nella formalizzazione di quanto già avviene nella scuola dell’autonomia, riconoscano contrattualmente le competenze e la professionalità di docenti oggi formati, con pluriennale esperienza, presenti e impegnati al fianco del ds e degli uffici amministrativi per un intero anno solare in tutte le scuole (con obblighi e doveri), sostengano il lavoro di tutti perché soggetti con pari dignità.
Ancodis chiede di rendere formalmente riconosciute e contrattualizzate tutte le figure di sistema (a partire dal docente vicario) nell’area delle figure di sistema almeno che per i sindacati impegnati nel rinnovo contrattuale non sia preferibile lasciare l’attuale ed ambigua realtà “informale”.
Rosolino Cicero
Presidente Ancodis
ANCoDiS sostiene il riconoscimento giuridico e contrattuale della squadra dell’autonomia: i collaboratori del ds individuati ai sensi del comma 5 art. 25 del D. Lgs 165/2001, i responsabili di plesso, le funzioni strumentali individuate ai sensi dell’art.33 del CCNL scuola 2006/2009, i coordinatori di dipartimento, gli animatori digitali, i docenti tutor per i neoimmessi, i docenti tutor per l’orientamento e i docenti orientatori ai sensi del Decreto MIM 63 del 5/4/2023, i referenti di sistema.