Comunicato n.12 . Richiesta di un incontro con la Funzione Pubblica

Comunicato n.12 . Richiesta di un incontro con la Funzione Pubblica

A cura di Redazione
02 luglio 2025 13:10
Comunicato n.12 . Richiesta di un incontro con la Funzione Pubblica -
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            MOBILITÀ INTERCOMPARTIMENTALE DOCENTI

 

       COMUNICATO  N. 12

Richiesta d’incontro alla Funzione Pubblica

al fine di aprire alla Mobilità intercompartimentale

dei docenti

                                                                                              

 

Il gruppo Mobilità intercompartimentale dei docenti chiede con costanza da quasi due anni che sia superata una forte limitazione che colpisce da tempo i lavoratori della Scuola. Gli insegnanti e il personale Ata sono impossibilitati a poter transitare in altro ramo della P.A. e questo rappresenta un unicum negativo nel pubblico impiego, nonché una limitazione all’art. 3 Costituzione.

Il tema dell’assenza della mobilità intercompartimentale risulta sempre più sentito da una categoria2 che vive ormai da tempo una giornata lavorativa infinita in cui si divide tra docenza e burocrazia, senza soluzione di continuità. La funzione docente è cambiata e continua a cambiare ogni giorno sottoponendo il docente a vecchie e nuove sfide in un contesto dove la sua funzione sociale è sempre meno riconosciuta, ad iniziare dal rapporto complesso con alcuni genitori.

A questo si aggiunge la ventilata e sciagurata ipotesi di aumentare l’età pensionabile. Gli studi del Dottor Vittorio Lodolo D’Oria hanno più volte sottolineato un aspetto fondamentale: quella degli insegnanti è l’unica categoria del pubblico a relazionarsi contemporaneamente con un’utenza di più persone per più ore al giorno e in almeno cinque giorni alla settimana, per più decenni. Peraltro nella maggior parte dei casi con minorenni di cui si è responsabili dal punto di vista civile e penale.

Non si può pensare di aumentare gli anni di lavoro per questa categoria: è assurdo. E per questo ci vogliono soluzioni. Una di queste è la mobilità intercompartimentale.

A tal proposito lo scrivente gruppo ha espresso un profondo disappunto per l’accantonamento e il successivo ritiro degli emendamenti 2.0.8. e 2.0.9. da parte della VII Commissione Cultura del Senato. Tali emendamenti erano stati ispirati da Anief e dai componenti del Senato Bucalo, Marcheschi, Fallucchi e Minasi e avevano come fine di rimuovere gli impedimenti che limitano la mobilità intercompartimentale per il personale della Scuola. Per tale motivo i soggetti citati avevano ricevuto il plauso degli insegnanti del gruppo.

Il ritiro risulta peraltro in contrasto con il PNRR che alla pag. 98 prevede tra le sue pieghe di favorire la mobilità tra i diversi rami della P.A. Questo si evince, per esempio, dal seguente passo: “Saranno adottate misure legislative puntuali volte a rimuovere alcuni impedimenti normativi all’apertura della mobilità dei dipendenti pubblici tra amministrazioni, nel rispetto delle esigenze delle amministrazioni, per favorire anche percorsi di carriera anche tra diverse amministrazioni”. Dall’enunciato non sono esclusi i lavoratori della Scuola che dovrebbero quindi avere anche loro questa possibilità. Quale occasione migliore, dunque, per superare la disparità di trattamento tra personale scolastico e resto del pubblico impiego? E per quale motivo non viene seguito questo aspetto del PNRR?

Occorre ricordare che limitazione alla mobilità intercompartimentale dei docenti era stata stabilita dalle seguenti normative:

– dalla legge 311/2004 che determinava il blocco del turnover presso le altre amministrazioni dello Stato, dove la Scuola sembrava meno soggetta a subire tale condizioni;

– dalla legge 107/2015, comma 133, la quale ha previsto il passaggio alla Mobilità intercompartimentale del personale della scuola, ancorché in posizione di comando, distacco, o fuori ruolo, ma di fatto ne limita la possibilità rimandando a una legge del 2014, poi abolita da un’altra del 2021.

Tuttavia a partire del 2018, la P. A. ha bandito migliaia di nuovi posti di lavoro, superando di fatto il blocco del turnover alla base del divieto imposto ai docenti nel 2004. Pertanto le limitazioni suddette non hanno più alcuna ragione di essere, essendo smentite dai fatti.

Alla luce di tali considerazioni, lo scrivente gruppo, costituito allo stato attuale da oltre 4780 insegnanti, rilancia con determinazione le proprie istanze ai sensi dell’art. 3 Costituzione.

Mobilità intercompartimentale dei docenti chiede agli esponenti della Funzione Pubblica di superare le limitazioni illustrate attraverso un confronto con il Mim, in modo da consentire anche al personale della Scuola:

 

  • il passaggio verso altro ramo della P.A.;
  • la possibilità di accedere all’eventuale carenza di posti emergenti dagli uffici del MIM, quali dipendenti dello stesso Ministero, senza bandire un concorso esterno.

 

Inoltre chiede di potere essere ricevuto con una propria delegazione da un esponente della Funzione pubblica al fine di un confronto sulla questione.

 

Gruppo Mobilità intercompartimentale docenti

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