Dal 2026 stipendi della scuola in leggera crescita: ipotesi di detassazione degli aumenti contrattuali e taglio Irpef, ma resta il problema delle retribuzioni tra le più basse della PA
Dal prossimo anno stipendi più pesanti: in arrivo la detassazione degli aumenti contrattuali e il taglio dell’Irpef per la scuola.


La manovra economica 2026 introduce la possibilità di una detassazione degli aumenti contrattuali anche per i dipendenti pubblici del comparto scuola, accanto al confermato taglio dell’Irpef per la fascia media dei redditi. Tuttavia, queste misure, seppur attese con attenzione, arrivano in un contesto di critiche persistenti sulle bassissime retribuzioni di docenti, dirigenti scolastici e personale Ata, che si confermano tra le più basse del pubblico impiego in Italia.
Cosa prevede la manovra per i lavoratori della scuola
L’attenzione del Governo si sta concentrando su uno stanziamento di circa 2 miliardi di euro nella legge di bilancio 2026, parte dei quali destinati specificamente a favorire una tassazione agevolata sugli aumenti stipendiali derivanti dai rinnovi contrattuali della scuola. L’ipotesi in discussione prevede una tassazione sostitutiva del 10% sugli incrementi retributivi, rispetto alle aliquote Irpef ordinarie.
Questa novità rappresenterebbe una svolta rispetto alla situazione degli ultimi anni, nei quali il personale scolastico pubblico è stato escluso dalla detassazione introdotta per il settore privato. Tuttavia, permane uno scetticismo sul reale impatto della misura, in quanto la manovra non elimina il problema strutturale del livello complessivo delle retribuzioni nella scuola pubblica.