DIRIGENTISCUOLA, il Consiglio Nazionale proclama lo stato di agitazione della categoria 

Il Consiglio Nazionale di DIRIGENTISCUOLA, appena chiusosi a Cosenza, ha approvato all’unanimità lo stato di agitazione della categori

A cura di Redazione Redazione
29 settembre 2025 20:24
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Il presidente nazionale Fratta: “Troppe mancate risposte, i dirigenti scolastici sono stanchi: dove sono finite le promesse? “Una scuola un dirigente”, la perequazione, gli “esodati”, la riforma degli Organi Collegiali, la semplificazione burocratica? Tutto caduto nel vuoto”. 

Il Consiglio Nazionale di DIRIGENTISCUOLA, appena chiusosi a Cosenza, ha approvato all’unanimità lo stato di agitazione della categoria, a fronte delle troppe mancate risposte e del perdurante atteggiamento di impermeabilità del Ministero su numerose questioni urgenti e di primaria rilevanza per la dirigenza scolastica e per la qualità del sistema scolastico in generale.

 “Troppe le questioni su cui attendiamo da tempo risposte concrete – commenta il presidente nazionale Attilio Fratta -. Nonostante le continue rassicurazioni e promesse di ascolto, il Ministro non accenna a sciogliere i molti nodi che ormai cronicamente mettono in ginocchio la categoria”.

 Il documento approvato è un vero e proprio “cahier de doléances” che mette in fila, una dopo l’altra, le ragioni dello scontento dei dirigenti scolastici italiani. Fra le tante: il PNRR, trasformatosi da opportunità a incubo burocratico per le scuole che si aggiunge agli altri pesanti aggravi amministrativi, la riforma degli Organi Collegiali, il fenomeno delle reggenze, l’annosa questione della perequazione e del raggiungimento di uno status di vera dirigenza pubblica che passa da una valutazione seria e collegata  alla retribuzione di risultato per cui non si vedono ancora stanziati i fondi relativi a pochi giorni dall’inizio dell’iter per la Legge di Bilancio. Ancora: i troppi dirigenti “fuori regione” costretti a lavorare per anni lontano da casa senza concrete prospettive di rientro o anche solo avvicinamento, la sicurezza e le condizioni di lavoro sempre più difficili, i rapporti con gli Uffici Scolastici Regionali, le relazioni sindacali e la correttezza istituzionale.

 Intanto il rinnovo del Contratto latita: dopo la firma, nell’agosto 2024, di quello per il triennio 2019-21, non è ancora stato emanato l’Atto di indirizzo per il 21-24. Una tempistica inaccettabile! Ma quello che manca è soprattutto un atteggiamento di vero ascolto costruttivo da parte del MIM e degli Uffici, di cui ci sono numerosissimi esempi. Prendiamo la questione del lavoro agile per i dirigenti scolastici: pur essendo presente nel contratto (seppure in forma peggiorativa rispetto alla dirigenza amministrativa, e questo già la dice lunga), molti USR non riscontrano neppure le istanze dei dirigenti, nella più totale indifferenza.

 “La misura è colma - conclude Fratta -. La categoria non intende più tollerare inerzie, promesse vuote e risposte mancate: un dirigente per ogni scuola, i fuori regione, la perequazione, la semplificazione… che fine hanno fatto? Non siamo più di fronte a semplici ritardi o inefficienze burocratiche. Qui è in atto una scelta politica precisa: umiliare e marginalizzare la dirigenza scolastica, riducendola a un ingranaggio esecutivo senza autonomia, senza rispetto, senza voce. Ciononostante, tutti i giorni lavoriamo con responsabilità per garantire la qualità del sistema scolastico: ora però, dopo aver esperito ogni tentativo di conciliazione, siamo pronti a farci sentire”.

 Chi siamo

L’Associazione sindacale DIRIGENTISCUOLA rappresenta la categoria dei dirigenti scolastici e ad oggi conta oltre 1500 iscritti su un totale di circa 7500 dirigenti scolastici italiani; ne tutela gli interessi morali ed economici; promuove iniziative atte a migliorare la loro professionalità; favorisce, progetta ed organizza la loro formazione; garantisce l’elaborazione e la diffusione della cultura professionale; è unica O.S. di soli dirigenti scolastici, nonché rappresentativa dell’Area Istruzione e Ricerca.

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