Dirigentiscuola lancia la mobilitazione: «È tempo di risposte concrete»

Questa mobilitazione non è un gesto di rabbia spontanea, ma una strategia ponderata

A cura di Redazione Redazione
27 settembre 2025 17:11
Dirigentiscuola lancia la mobilitazione: «È tempo di risposte concrete» - DIRIGENTISCUOLA
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Cosenza, 27 settembre 2025 — Oggi si apre, presso l’Hotel San Francesco di Rende (Cosenza), la due giorni del Consiglio Nazionale di Dirigentiscuola, che segna una tappa cruciale nel percorso di mobilitazione della categoria. L’Associazione ha già annunciato l’intenzione di proclamare lo stato di agitazione, in risposta alla perdurante assenza di risposte e al muro eretto dal Ministero sull’insieme di questioni irrisolte.

Il malessere di una categoria ignorata

Il presidente nazionale Attilio Fratta denuncia con forza: “Sono molteplici le questioni su cui attendiamo da tempo risposte concrete. Non basta trasformare lamentazioni in promesse: serve un cambio di passo”
Tra le principali criticità segnalate:

  • Carico burocratico e PNRR: la complessità normativa e l’invasività del sistema rischiano di soffocare la dirigenza, trasformando l’attività gestionale in un labirinto amministrativo.

  • Reclutamento e reggenze: procedure opache, incertezze sul reclutamento e il perdurare del fenomeno delle reggenze contribuiscono a destabilizzare l’organizzazione scolastica.

  • Perequazione e dirigenza vera: la categoria chiede coerenza tra status, responsabilità e retribuzione, reclamando stanziamenti già previsti ma ancora non attuati.

  • Condizioni di lavoro e sicurezza: la tutela fisica e l’ambiente lavorativo sono temi ormai imprescindibili, ma non sempre garantiti con modalità concrete.

  • Rapporti con gli USR e relazioni sindacali: l’assenza di dialogo preventivo e le “malaprassi” istituzionali generano sfiducia e disallineamento tra le parti.

Fratta è netto: “La misura è colma: ora tocca alla mobilitazione dare voce a una categoria che non intende più tollerare inerzie, promesse vuote e risposte mancate.”

Verso lo stato di agitazione: cosa può accadere

Durante il Consiglio Nazionale saranno discusse e decise le azioni concrete da intraprendere. Lo stato di agitazione — previsto dalla normativa vigente — potrà tradursi in iniziative di protesta articolate, dal presidio alle comunicazioni ufficiali fino ad eventuali forme coordinate di manifestazione nazionale.

È un momento di svolta: Dirigentiscuola non intende più restare in attesa, ma spingere con determinazione affinché le istanze della dirigenza scolastica vengano finalmente riconosciute.

Un appello al Ministero: non è più tempo di procrastinare

Il messaggio che emerge con chiarezza dal Consiglio, e che Dirigentiscuola vuole trasmettere con forza: è giunto il momento che il Ministero si liberi dei propositi retorici e si apra al confronto reale. Su questioni come la valutazione, la Regione, la trasparenza nei rapporti con gli USR, la remunerazione legata al merito, sono necessari atti concreti, non promesse dilazionate.

Agitazione sì, ma con metodo

Questa mobilitazione non è un gesto di rabbia spontanea, ma una strategia ponderata: rafforzare il peso contrattuale della categoria, costringere il dialogo, tutelare la dignità professionale. Dirigentiscuola, attraverso il Consiglio Nazionale in corso a Cosenza, vuole dare una scossa al sistema e ricollocare i dirigenti scolastici al centro delle politiche di riforma.

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