DIRITTI IRRINUNCIABILI: Giuliana Sgrena e gli studenti di Cagliari, lezione di libertà e coraggio

Un dialogo serrato e carico di emozione ha trasformato il Teatro Massimo in una tribuna di coscienza civica

09 dicembre 2025 18:57
DIRITTI IRRINUNCIABILI: Giuliana Sgrena e gli studenti di Cagliari, lezione di libertà e coraggio -
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Teatro Massimo, 9 dicembre: la giornalista di guerra interroga la coscienza giovanile sul potere della narrazione e i limiti della fede strumentalizzata.

In un contesto di grande fermento culturale, i ragazzi ritratti nella foto sono studenti dell'I.T.C. Primo Levi di Quartu Sant'Elena, noti anche per la loro collaborazione con il Prof. Emanuele Impoco e il progetto "Radio Prof, la radio che insegna",   un'iniziativa che coniuga apprendimento e comunicazione.

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CAGLIARI, 9 dicembre – Un dialogo serrato e carico di emozione ha trasformato il Teatro Massimo in una tribuna di coscienza civica. Giuliana Sgrena, inviata di guerra e testimone di drammatici conflitti, ha incontrato gli studenti dell’I.T.C. Primo Levi di Quartu Sant'Elena in una tappa fondamentale sul percorso dei diritti umani. Il dibattito ha preso il via dall'esperienza personale della giornalista e dal titolo del suo libro, "Me la sono andata a cercare". Le domande giovanili hanno esplorato l'audacia di chi rischia la vita per la verità, trovando nella risposta della Sgrena la conferma che la consapevolezza dei rischi è parte integrante di una missione che antepone il racconto alla sicurezza.Il momento più toccante ha riguardato l'efficacia del giornalismo. Gli studenti hanno chiesto: quanto vale la testimonianza per una donna oppressa nei paesi in cui lei stessa è stata prigioniera? Si è compreso che il giornalismo etico è un atto di solidarietà internazionale. La narrazione diventa una luce accesa e un megafono per le voci soffocate, trasformando l'inchiostro in un supporto vitale nella lotta per i diritti universali delle donne.Giuliana Sgrena ha offerto un'analisi penetrante: ha illustrato come, in scenari di conflitto o autoritarismo, i principi morali e le tradizioni più severe vengano talvolta piegati e strumentalizzati da chi esercita il controllo. Queste interpretazioni rigide e unilaterali sono spesso trasformate in uno strumento per imporre codici di condotta restrittivi, che limitano significativamente le libertà individuali, in particolare modo quelle delle donne. Il suo monito è stato un invito essenziale alla distinzione critica e alla responsabilità civile:

"La difesa dei diritti umani non si oppone al valore intrinseco della spiritualità, ma si concentra sulla necessità di contrastare l'uso improprio di quei valori come pretesto per esercitare il controllo e l'oppressione. È cruciale impegnarsi per una comprensione che garantisca la dignità universale e rafforzi il principio di laicità."

Quando l'incontro si è concluso, l'aria in sala era densa. Gli studenti hanno portato a casa un'eredità emotiva profonda. L'orrore della guerra si è unito all'indignazione per le ingiustizie, ma anche a una potente scintilla di speranza nella forza della testimonianza. Queste sensazioni si sono fuse in una seria e toccante riflessione che ha segnato profondamente i giovani presenti.

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