Docenti e ATA beffati ancora una volta dalla L.104, Mucci SGS: “servono più controlli”
Docenti e ATA beffati ancora una volta dalla L.104, Mucci SGS: “servono più controlli”

Molti docenti e ATA con alle spalle un punteggio stratosferico, accompagnati da tanti anni di lavoro sono ancora lontani da casa. Ogni nostra richiesta di trasferimento viene puntualmente scavalcata da chi presenta la 104 per assistere un familiare – dichiarano – Spesso, le ragioni di questa difficoltà risiedono nelle precedenze di cui sono in possesso alcuni colleghi e riguardano il possesso dei requisiti rientranti nelle misure della legge 104“. Su oltre mille movimenti interprovinciali chiesti verso le regioni meridionali, oltre la metà è stata possibile grazie alla norma che tutela alcune categorie di persone. In primis, chi deve assistere un coniuge o figlio disabile grazie alla legge 104.
Parliamo di spostamenti che in genere si ottengono in base al punteggio per titoli e anzianità di servizio. Ma anche in base alle tutele “precedenze” previste per alcuni casi particolari. Il più comune è l’applicazione della legge 104 sulla tutela dei disabili. Gli altri casi disciplinati (perdenti posto, coniugi di militari, personale che ricopre cariche pubbliche e sindacalisti al rientro dal distacco) sono evidentemente residuali.
Al Nord la percentuale di spostamenti è bassissima, mentre al Sud oltre metà dei docenti rientrati a casa ha “scavalcato” colleghi con un punteggio maggiore grazie alla legge 104. “Nessuno mette in discussione l’importanza della legge 104. (Personalmente conosco casi imprescindibili) Ma questi dati in continua evoluzione, fanno temere un abuso e una totale assenza di presupposti alla base delle certificazioni”. Questi numeri non si giustificano. Chiederemo al Ministero dell’Istruzione e del Merito l’istituzione di un coordinamento, al fine di verificare tutte le richieste. Va rivisto il sistema di analisi e di valutazioni per la concessione di questi permessi. Lo dobbiamo ad Anna e agli altri suoi colleghi che attendono da una vita di essere trasferiti conclude Mucci.