Filiera tecnico-professionale, la UIL Scuola al CSPI: "La scuola non sia subalterna al mercato"
La scuola statale non sia subalterna al mercato: serve investire su autonomia, organici e laboratori invece di logiche aziendali
La Componente del CSPI della UIL Scuola RUA ha ribadito durante l'adunanza plenaria del 22 ottobre 2025 la propria netta contrarietà alla riforma della filiera tecnico-professionale, confermando una posizione già espressa nelle precedenti sedute sui Decreti Ministeriali attuativi. Il sindacato boccia un modello formativo che, a suo giudizio, riduce l'autonomia e la funzione educativa della scuola pubblica statale, orientandola verso logiche strumentali al mercato del lavoro.
Il nodo del sistema 4+2
La critica più incisiva riguarda l'architettura del percorso 4+2, che prevede quattro anni di scuola superiore seguiti da due anni negli ITS Academy. Secondo la UIL Scuola RUA, questa impostazione introduce una rigida segmentazione dei percorsi che rischia di compromettere tre elementi fondamentali: la continuità didattica, la pari dignità dei saperi e il diritto a un'istruzione di qualità per tutti gli studenti.
La posizione del sindacato denuncia una pericolosa forma di "esternalizzazione" dei processi educativo-didattici, tutti proiettati verso la netta prevalenza di indirizzi costruiti con un ruolo determinante del mondo dell'imprenditoria. In particolare, viene contestato il fatto che la legge istitutiva non abbia previsto alcuna regolamentazione per garantire la peculiarità del processo educativo-didattico statale, demandando tutto a forme di partenariato scritte in base alle esigenze di chi mette le risorse.
Critica al modello di alternanza
Roberto Garofani, della Segreteria Nazionale UIL Scuola RUA, ha sottolineato durante le audizioni parlamentari un principio cardine: "c'è un tempo per studiare e un tempo per lavorare". Il sindacato critica il potenziamento del PCTO già dal secondo anno e la flessibilità delle quote orario a disposizione delle scuole, che vanno dal 14,8% per il biennio al 17,6% per il secondo biennio. Queste quote, pur essendo facoltative, verranno inevitabilmente utilizzate per rispondere alle esigenze di chi finanzia attraverso accordi di partenariato.
Particolarmente contestata è la possibilità di attivare contratti di apprendistato per ragazzi di 14-15 anni, ritenuta assolutamente discutibile dalla UIL Scuola.
Le proposte alternative
La UIL Scuola RUA ribadisce che ogni riforma del secondo ciclo debba nascere da un confronto autentico con il mondo della scuola, valorizzando la specificità degli istituti professionali e tecnici statali. Il sindacato chiede investimenti stabili su organici, laboratori, formazione del personale e orientamento, anziché affidare questi aspetti a interventi frammentari e sperimentali.
La posizione espressa al CSPI si inserisce in un percorso di opposizione coerente che la UIL Scuola porta avanti dal 2023, attraverso audizioni parlamentari e dichiarazioni a verbale nelle diverse sedute del Consiglio Superiore. Il parere contrario espresso dai consiglieri eletti nelle liste UIL Scuola si contrappone alla maggioranza del CSPI, che ha invece approvato i decreti attuativi della filiera nell'ottobre 2025.