Francesco Petrarca e il reato di «Revenge porn»

Altro che amore idealizzato e stilnovistico. Questa poesia, e tante altre del Canzoniere, testimoniano il disturbo di Francesco Petrarca, la sua ossessione, il suo essere stato, in vita e in morte, autentico «stalker» di Laura.

25 novembre 2025 09:07
Francesco Petrarca e il reato di «Revenge porn» -
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Con la sensibilità, e con le leggi odierne, Francesco Petrarca (1304-1374) sarebbe stato accusato (e condannato) per «Revenge porn», per la condivisione pubblica che fece (nella «rete» dei suoi lettori) di immagini (intime), rubate e pubblicate senza il consenso di Laura. Basta leggere la canzone Chiare, fresche, et dolci acque (CXXVI del Canzoniere), per avere conferma di tutto ciò. In essa, infatti, Petrarca diffonde “scatti” rubati di Laura, che, nuda, si immerge nelle acque della Fonte di Valchiusa (nei pressi di Avignone, in Francia, dove Petrarca si è rifugiato da qualche tempo, abbandonando l’Italia insanguinata dalle guerre fratricide, per le quali preferì, coraggiosamente, tenersi a debita distanza, senza schierarsi, senza “prender parte”, da autentico campione del qualunquismo).

Questa canzone fu scritta tra il 1340 e il 1341, quando cioè Laura è già morta (e nulla sappiamo di Laura, ma proprio nulla, né della sua esistenza reale, né della sua vita, né della sua morte), e quindi quando la povera Laura non può più difendersi, o opporsi, dalla e alla pubblicazione di questi scatti di vita privata e intima. Petrarca li diffonde nella «rete» dei suoi lettori (il più social media del tempo) senza il consenso della donna. L’autore indugia, in modo morboso, sulle «belle membra» della donna, che, ovviamente, considera «sua», di sua proprietà esclusiva; sottolinea il «bel fianco», in questa descrizione minuziosa ed erotica del corpo della donna (l’«angelico seno»; la pioggia di fiori sul «grembo» nudo di Laura).

Altro che amore idealizzato e stilnovistico. Questa poesia, e tante altre del Canzoniere, testimoniano il disturbo di Francesco Petrarca, la sua ossessione, il suo essere stato, in vita e in morte, autentico «stalker» di Laura. Leggendo sotto questa prospettiva il Canzoniere di Petrarca, ne emerge, in moltissimi testi, il profilo criminale di un vero e proprio «sex offender», cioè di colui che molesta (in modo deviato e deviante) la donna che dice di amare. Con il «sex crime», infatti, l’obiettivo d chi lo compie non è (mai) il soddisfacimento sessuale, che, anzi, ne diventa un contorno insignificante, bensì l’affermazione del proprio «ego». Ed è ciò che emerger dalla lettura dell’intero Canzoniere, dove il vero protagonista è proprio (e solo) Francesco Petrarca. Al «sex offender», infatti, interessa soltanto affermare l’immagine di sé. E in questo, Francesco Petrarca fu un autentico campione, inaugurando, a livello europeo la poesia dell’ombelico, niente tematiche sociali, niente più la poesia didattica e diretta di Dante, niente più impegno politico e sociale, ma solo i contorcimenti (deviati) del proprio io. Ecco perché il Potere (complice il cardinal Bembo) nel fece il simbolo della “grande” poesia, per le tematiche inoffensive trattate in tutto il Canzoniere, e per la lingua utilizzata, opportunamente “ripulita”, selezionata e graziosa, ma inautentica, di plastica, rispetto a quella aspra, non selezionata, dura, ma autentica e vera di Dante Alighieri.

Del resto, già Pier Paolo Pasolini, a proposito delle poesie di Petrarca aveva scritto che:

«…leggendo il Petrarca, nessuno di noi può resistere alla tentazione di farne un “quadro clinico” […], del “narcisismo” (in senso clinico) petrarchesco; del suo autolesionismo e della sua infinita capacità di rimuovere tutto ciò che può distrarlo dalla sua eterna auto-commiserazione felice; della sua ossessione schizoide (“l’immagin donna”: il pensiero dominante): e, infine e soprattutto, della sua inibizione verso l’altro sesso, per cui ogni scusa è buona per non avere dei “pensieri bassi”» […].

Ha fatto di tutto per creare difficoltà pratiche al loro rapporto (sessuale). Finalmente è riuscito a farla morire, “rimuovendola” addirittura in Cielo. Sul rapporto sessuale, sfumato, oggettivamente, per causa di forza maggiore, il suo narcisismo masochistico si scatena […].

Il Petrarca è praticamente “illeggibile”».

[P. P. Pasolini, In occasione del sesto centenario della morte di Petrarca, oggi in Descrizioni di descrizioni, Garzanti, Milano 2016]

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