Giornata della Disabilità, docenti favorevoli alle classi differenziali?

Gli esperti: si tornerebbe indietro di 50 anni. Falabella (FISH): “Pronto alle barricate”

A cura di Redazione Redazione
03 dicembre 2025 23:19
Giornata della Disabilità, docenti favorevoli alle classi differenziali? -
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“Tornare nelle scuole alle classi speciali per gli alunni con disabilità? Sarebbe una soluzione obbrobriosa, siamo pronti alle barricate”, a dirlo è Vincenzo Falabella, presidente dell’associazione FISH, la Federazione per i diritti delle persone con disabilità e famiglie, commentando gli esiti di una recente ricerca condotta da Erickson secondo cui il 27% dei docenti vorrebbe il ritorno alle classi differenziali. A pensarla così, alla vigilia della Giornata Internazionale delle persone con disabilità, istituita dall’ONU nel 1992, sono diversi esperti e addetti ai lavori interpellati da La Tecnica della Scuola.

Lo stesso Dario Ianes, docente di pedagogia speciale e co-fondatore del Centro Studi Erickson, è alquanto pessimista: seppure contrario, a suo avviso si tratta di un “dato destinato ad aumentare”. L’eventuale ritorno alle classi speciali getta invece il deputato di Italia Viva Davide Faraone nello sconforto: “Mi fa rabbrividire. Sarebbe un salto indietro culturale e umano di decenni”.

L’idea di collocare gli alunni con disabilità non trova consensi nemmeno tra le famiglie, che fanno emergere comunque diverse criticità nella gestione dei figli a scuola. Ascoltando i pareri di alcuni docenti collocati in scuole del Sud, Nord e Centro Italia, emergono diversi malesseri: si passa da un genitore che crede che il proprio figlio sia stato trattato come un “problema da rimuovere”, a un papà che ha avuto un problema di “scarsa interlocuzione con il dirigente scolastico” della scuola del figlio. Non mancano però anche le belle storie di inclusione, come quella di una madre che ha beneficiato del grande impegno dei docenti.

La Tecnica della Scuola è andata anche ad intervistare Gianluca e Emanuele Rapisarda, due dirigenti scolastici a capo di due licei di Catania, entrambi con una rara forma di retinite pigmentosa che li rende ciechi, che hanno raccontato come vivono la disabilità anche nel gestire un istituto scolastico e come, a loro parere, dovrebbe essere trattata per migliorare l’apprendimento degli studenti: “Sul docente di sostegno bisognerebbe garantire una classe, una cattedra di concorso ad hoc - sostiene Gianluca - perché forse abbiamo realizzato l’integrazione, ma dobbiamo fare ancora l’inclusione”.

La pensa così anche Emanuele Rapisarda: “Per quanto non cambierei la legge avanzatissima dell’inclusione scolastica italiana, che prevede la figura del professore di sostegno, con nessun’altra al mondo, se il docente non ha la specializzazione e competenze adeguate purtroppo corriamo il rischio che questa sia solo una finta integrazione”.

È bene sapere che l’inclusione a scuola non è solo acronimi e burocrazia, ma dirigenti scolastici e famiglie sono tenuti a conoscerli. La Tecnica della Scuola ha preparato due pratiche miniguide che snocciolano in maniera chiara la normativa e rispondono a diverse domande: cosa sono il Pei, il Glo e Gli? Quali tipi di PEI esistono? Quali soggetti sono coinvolti? Qual è la differenza tra PEI e PDP? Come attivare il sostegno a scuola? Quali sono i vari passaggi? Come stabilire il numero di ore di sostegno?

I contenuti dell’approfondimento sul sostegno a scuola dedicato a dirigenti scolastici e famiglie sono presenti sul sito TecnicadellaScuola.it

La video intervista doppia ai due dirigenti scolastici è disponibile sul canale YouTube de La Tecnica della Scuola.

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