Il Governo agisce in maniera ideologica sulla scuola
Noi socialisti ribadiamo da tempo come le iniziative prese dal Governo rispecchino fedelmente l’ideologia che la destra oggi rappresenta. Una destra reazionaria, ispirata dagli ideali del darwinismo sociale
Noi socialisti ribadiamo da tempo come le iniziative prese dal Governo rispecchino fedelmente l’ideologia che la destra oggi rappresenta. Una destra reazionaria, ispirata dagli ideali del darwinismo sociale. Ideali che si tramutano in azioni volte a favorire l’individuo ed in particolare l’individuo che, dal punto di vista economico e sociale, si pone al di sopra degli altri. Favorire le classi abbienti in quanto dimostratesi “migliori” delle altre. Nella scuola questo processo sta diventando evidente, come evidente si delinea il concetto di “merito” per come lo intende il Governo. Merito non come impegno personale a mettere a disposizione della società i propri talenti, agendo in modo etico, ma come premio (ulteriore) per i vantaggi acquisiti. Ed ecco cosa sta accadendo in questi giorni. La manovra di bilancio taglia le spese per l’istruzione pubblica, ma si guarda bene dal ridurre i finanziamenti alle scuole paritarie private, tanto che, probabilmente, nei prossimi giorni potrebbe essere introdotto il buono scuola nazionale. Il Contratto Nazionale destina risorse assolutamente inadeguate ai salari che, per il personale scolastico, rimarranno ben al di sotto della media europea. Gli aumenti previsti, propagandati al lordo e con inclusa l’indennità di vacanza contrattuale, ammonterebbero, nella migliore delle ipotesi, ad una sessantina di euro netti per chi ha più di vent’anni di anzianità.
A proposito di anzianità, la riforma delle pensioni fatta da questo Governo, con buona pace dell’abolizione della legge Fornero, regala altri tre mesi di lavoro al personale scolastico, portando l’età a sessantasette anni e tre mesi… La carta docente, invece di essere estesa realmente a tutti, è bloccata. Un segnale gravissimo, poiché nega di fatto uno strumento di formazione degli insegnanti e, verosimilmente, prelude al depotenziamento e all’abolizione nel tempo di una delle iniziative legate alla l. 107. Infine, da parte dei Dirigenti Scolastici sono in atto iniziative volte, dopo la legge Brunetta e la “buona scuola”, ad aziendalizzare ulteriormente gli Istituti scolastici. I dirigenti chiedono di potenziare la formazione obbligatoria (verosimilmente senza retribuzioni aggiuntive), di avere la possibilità di selezionare e sanzionare il personale docente e di ridurre le competenze del Collegio docenti. Noi socialisti, in quanto portatori degli ideali di giustizia e solidarietà sociale, proponiamo da tempo di riportare al centro dell’azione l’istruzione pubblica statale, come strumento cardine per garantire a tutti non solo pari opportunità, ma anche gli strumenti necessari a permettere ai giovani di realizzare le proprie aspirazioni e di contribuire al benessere dell’intera società. Finanziare i salari, potenziare i Fondi per l’autonomia degli Istituti, stabilizzare il personale precario attraverso iniziative che valorizzino il percorso lavorativo, rendere sicuri gli edifici scolastici, ridurre il numero di alunni per classe, potenziare l’inclusione, rendere più democratica la formazione dei docenti e la gestione della didattica anche dando al Collegio docenti la possibilità di eleggere il cosiddetto “middle management”. Le risorse esistono. Da sempre i socialisti puntano sulla leva fiscale per reperire le risorse necessarie a sostenere gli impegni a favore della comunità. Un fisco progressivo, che permetta a chi più ha di contribuire maggiormente. Esattamente l’opposto a cui punta il governo Meloni!
Così, in una nota Enzo Maraio Segretario nazionale PSI e Luca Fantò Responsabile PSI scuola.