Il supermercato della scuola
Se si prova ad aprire sui social una pubblicità a caso di qualche azienda che si occupa di didattica “innovativa” e digitale, da quel momento – grazie all’algoritmo – si verrà bombardati da pubblicità...
Se si prova ad aprire sui social una pubblicità a caso di qualche azienda che si occupa di didattica “innovativa” e digitale, da quel momento – grazie all’algoritmo – si verrà bombardati da pubblicità simili e diventerà chiarissimo il perché del diluvio di discorsi deliranti sull’importanza degli “ambienti di apprendimento innovativi” in scuole che nel frattempo cadono a pezzi, come se a contare fossero pavimenti a schermo o visori di realtà aumentata anziché le parole che studenti e insegnanti riescono a scambiare tra loro e i contenuti culturali che vengono condivisi attraverso questa relazione.
Il discredito gettato su una presunta didattica “tradizionale” che non funzionerebbe – anche presentando la squallida caricatura di un insegnante che non esiste più da tempo immemorabile nelle nostre scuole, quello che parla dalla cattedra senza mai interagire con gli studenti – fa parte di una strategia di marketing volta unicamente a guadagnare di più rifilando alle scuole qualche corsaccio di formazione con le slide sulla “didattica innovativa” e un po’ di roba digitale inutile, destinata a finire presto ammucchiata in magazzini e sottoscala dei nostri istituti.
Gruppo La nostra scuola
Associazione Agorà 33