In dieci anni 1.000 istituti accorpati per creare scuole con maxi numero di alunni: secondo Anief i soldi del Pnrr andavano gestiti meglio, serviva più flessibilità, organico aggiuntivo e assunzioni su tutti i posti vacanti

In dieci anni 1.000 istituti accorpati per creare scuole con maxi numero di alunni: secondo Anief i soldi del Pnrr andavano gestiti meglio, serviva più flessibilità, organico aggiuntivo e assunzioni su tutti i posti vacanti

A cura di Redazione
06 luglio 2025 12:06
In dieci anni 1.000 istituti accorpati per creare scuole con maxi numero di alunni: secondo Anief i soldi del Pnrr andavano gestiti meglio, serviva più flessibilità, organico aggiuntivo e assunzioni su tutti i posti vacanti -
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La denatalità ha prodotto negli ultimi anni una contrazione del numero di istituzioni scolastiche autonome, anche per il contestuale aumento del numero minimo di alunni richiesto dall’amministrazione per mantenere l’autonomia degli istituti: lo dicono i dati ministeriali emessi in questi giorni, rielaborati dal Centro studi di Orizzonte Scuola , in base ai quali risulta che circa 1.000 istituti hanno perso la loro dirigenza per essere accorpati in altre scuole. Di fondo, si legge nel rapporto, tra l’anno scolastico 2015/16 e il 2023/24 il numero di alunni iscritti alle scuole italiane è diminuito in tutte le cinque macro-aree: Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud, Isole. Il picco massimo si è raggiunto nel 2017/18, dopodiché è iniziata una progressiva discesa, con effetti più marcati nel Mezzogiorno. Isole e Sud registrano la contrazione più netta, con perdite superiori al 14–16%. Anche il Nord, pur con valori assoluti più stabili, mostra una lenta erosione del numero di studenti, con una perdita tra l’8% e il 10%.

 

A fianco della riduzione della popolazione scolastica, in tutte le macro-aree si registra una riduzione progressiva delle sedi, in linea con la politica del dimensionamento scolastico di tutti i governi che si sono susseguiti. Prendendo in considerazione i dati degli ultimi 8 anni fino al 2023/24, ogni istituto scolastico ospita oggi mediamente più studenti rispetto al 2016/17. In particolare, il Nord Ovest ha visto il maggiore incremento (+19 studenti all’anno per scuola in media), mentre il Sud e Isole crescono più lentamente, ma comunque con valori significativi. In tutte le aree il trend è coerente con un processo di accorpamento delle scuole a fronte di una popolazione scolastica che non è calata in modo proporzionale.

 

Il sindacato Anief ritiene che sul dimensionamento scolastico – come pure su altri temi centrali come il reclutamento, la mobilità e la carriera del personale, la dispersione e la laurea – bisogna approfittare meglio dei miliardi di euro arrivati attraverso i fondi del Pnrr assegnati ai comparti Istruzione e Ricerca. “A proposito del dimensionamento – sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – , anziché soffermarsi esclusivamente sui numeri degli alunni iscritti, serviva certamente più flessibilità, con l’attivazione di un organico aggiuntivo in base alle esigenze del territorio e le assunzioni in ruolo su tutti i posti vacanti. Una politica che avrebbe dovuto contare anche sull’estensione dell’obbligo scolastico fino a 18 anni”.

 

Secondo il leader dell’Anief, “assieme ad altre rimodulazioni – come sul reclutamento prevedendo l’estensione del doppio canale con assunzioni per tutti da Gps, aprendo alle assunzioni a tempo indeterminato di tutti gli idonei del concorso Pnrr e precedenti, con semplificazione delle procedure concorsuali e dell’anno di prova, oppure sulla mobilità del personale con l’abolizione dei vincoli e con l’avvio dei trasferimenti intercompartimentali – risulterà molto difficile raggiungere gli obiettivi concordati dal precedente Governo guidato dall’ex premier Mario Draghi”.

 

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