Scuole paritarie – Suor Anna Monia Alfieri e il pluralismo scolastico, “È giusto che le paritarie accedano a tutti i fondi per l’istruzione”, dichiara il Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione e del Merito, On. Paola Frassinetti.
In occasione della presentazione alla Camera dei Deputati, l’On. Paola Frassinetti interviene in merito all’evento di presentazione delle monografie di Suor Anna Monia Alfieri sul pluralismo scolastico.
“Questo governo ha investito risorse fondamentali per le scuole paritarie che fanno parte del sistema integrato dell’educazione pubblica, insieme alle scuole statali. Per questa ragione è giusto che le paritarie accedano a tutti i fondi per l’istruzione”, conclude Frassinetti.
È recente la presentazione dei suoi libri riguardanti il pluralismo scolastico alla Camera dei Deputati (30 Ottobre). Suor Anna Monia, perché è importante, dal suo punto di vista, un sistema integrato d’istruzione volto al pluralismo?
Chiariamo, innanzitutto, cosa significa pluralismo educativo. Costruire un sistema scolastico plurale significa arrivare a far sì che i genitori, in virtù del loro diritto precipuo di educare la prole e in ragione del fatto che, in quanto cittadini, pagano le tasse, possono scegliere liberamente, ossia a costo zero, la scuola per i loro figli. L’istruzione è un servizio pubblico, indipendentemente da chi lo gestisce. Pertanto alle famiglie dovrebbe essere garantita una quota capitaria da spendere per l’istruzione dei figli presso una scuola pubblica, statale o paritaria, in una attenta rendicontazione. E il tutto avrebbe un valore sociale immenso: aumento dei livelli di apprendimento, in linea con gli standard europei, miglioramento della tenuta sociale dei territori economicamente e socialmente più fragili (la scuola è un presidio contro la malavita), innalzamento della qualità della vita. Tutto, come si può comprendere, in una perfetta concatenazione di cause e di effetti. Dalla scuola passa, infatti, il rinnovamento della società. Ecco perché è importante ottenere che, anche in Italia, il sistema scolastico sia plurale e non sia invece monopolizzato dalla scuola statale. Lo Stato gestore e controllore di se stesso è lo Stato totalitario. L’Italia, purtroppo, pur essendo una delle democrazie più solide dell’Occidente, una democrazia fondata su una Costituzione considerata tra le più belle in vigore, al capitolo scuola ha una situazione da regime autoritario. La cosa stride e interpella tutti al cambiamento.
La motivazione e l’obiettivo: quale valore sociale vuol evidenziare con la stesura dei suoi scritti?
La risposta è semplice: il valore sociale della libertà. Affermare il diritto alla libertà di scelta educativa vuol dire creare le condizioni per la nascita di più realtà educative, più prospettive sulla realtà, vuol dire che le scuole tutte potrebbero elaborare molteplici progetti educativi da proporre a famiglie, docenti e studenti: una simile libertà porterebbe ad un aumento della qualità dell’offerta formativa, frutto anche di un confronto costruttivo tra docenti, studenti e famiglie. E sarebbe un’offerta formativa accessibile a tutti, senza alcuna discriminazione economica. Ecco il valore sociale: investire nell’istruzione, secondo precisi criteri di rendicontazione, vuol dire investire nell’economia della nazione, vuol dire agire per la tenuta sociale dei territori. Il cittadino formato è il cittadino responsabile che agisce per il bene suo e dei cittadini. Non è un caso che quei territori dove più forte è il tasso di abbandono scolastico siano i territori economicamente e socialmente più fragili.
La presentazione in Camera dei Deputati dei suoi elaborati fa presupporre l’apertura ad una strada percorribile, quali gli scenari futuri?
Mi sia consentito di ringraziare vivamente, ancora una volta, la politica e il mondo delle Istituzioni per aver voluto l’evento e per avervi partecipato con interesse. Sono rimasta contenta soprattutto perché tutte le forze politiche hanno preso parte alla presentazione e tutte hanno dimostrato di aver ben chiaro il fronte su cui intervenire. Non è un risultato scontato. L’ideologia che attanaglia il mondo della scuola è sempre in agguato: tuttavia l’evento del 30 ottobre mi ha dato ampi segnali positivi. Ne gioisco, perché penso agli italiani tutti. Pertanto occorre andare avanti e puntare alla introduzione del costo standard nella scuola, ossia la quota che i genitori, per il fatto di essere cittadini contribuenti, potranno spendere per l’educazione dei figli, presso una scuola pubblica, statale o paritaria.
La dedica: a chi vorrebbe indirizzare il suo messaggio?
Io mi rivolgo a tutti ma, in particolare, agli studenti, ai docenti e ai genitori, qualsiasi professione essi svolgano. E poi mi piace rivolgermi a coloro che non la pensano come me: ovviamente mi auguro che le mie idee siano considerate con animo sgombro da pregiudizi e scevro da ogni visione ideologica. Si tratta di una visione diversa sulla scuola, sulla realtà: una visione semplice ma, al contempo, proprio perché semplice, altamente rivoluzionaria e della quale la nostra società, caratterizzata da aspetti così contraddittori, ha altamente bisogno. Avvertiamo tutti la necessità di una scuola buona perché capace di formare i giovani, aprendo le loro menti così che non siano facili prede dell’odio, della violenza e della noia.