Legge bilancio, FLC CGIL: niente per stipendi scuola, università, ricerca e Afam

Legge di bilancio per il 2026 non emerge alcuna novità per l’aumento degli stipendi e il conseguente rinnovo del contratto del comparto Istruzione e Ricerca

A cura di Redazione Redazione
20 ottobre 2025 13:00
Legge bilancio, FLC CGIL: niente per stipendi scuola, università, ricerca e Afam - Camera dei Deputati
Camera dei Deputati
Condividi

“Dalla conferenza stampa del Governo e dalle prime indiscrezioni sulla Legge di bilancio per il 2026 non emerge alcuna novità per l’aumento degli stipendi e il conseguente rinnovo del contratto del comparto Istruzione e Ricerca. Siamo di fronte a un déjà vu: ancora una volta, le promesse di miglioramento si scontrano con la realtà di misure insufficienti e con l’esclusione dei lavoratori pubblici dalle agevolazioni pensate per il settore privato” si legge in una nota della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

“Le misure annunciate - regime fiscale agevolato sui rinnovi contrattuali, premi di produttività, aliquota agevolata al 10% su straordinario, turni festivi e notturni – sarebbero state pensate solo per i settori privati, escludendo oltre 3 milioni di lavoratori delle Pubbliche Amministrazioni – continua la nota -. L’unica misura che potrebbe coinvolgere il pubblico impiego è la detassazione del salario accessorio, che è irrilevante nella busta paga delle lavoratrici e dei lavoratori dei nostri settori. Niente di niente per perequare le retribuzioni del comparto, che sono le più povere di tutto il lavoro pubblico, e per stabilizzare il personale precario”.  

Per la FLC CGIL: “Non stupisce che il Governo continui a mettere in atto una divisione del mondo del lavoro, introducendo misure estemporanee e parziali all’emergenza salariale. Misure da cui il personale del comparto Istruzione e ricerca è escluso”.

“Inoltre, qualora i provvedimenti in questione venissero estesi anche al settore pubblico, non inciderebbero significativamente sul rinnovo contrattuale 2022/24, a cui niente di aggiuntivo verrebbe destinato. Questa è la ragione principale per cui le trattative Aran/organizzazioni sindacali stentano a decollare” aggiunge il sindacato di categoria.

“E così, secondo il Governo, il personale di scuola, università, ricerca e Afam dovrebbe accettare passivamente il taglio di due terzi del potere di acquisto nel triennio di riferimento. Se dovesse essere licenziata una Manovra di questa natura, le lavoratrici e i lavoratori non mancheranno di far sentire le proprie proteste, a partire dalla manifestazione promossa dalla Cgil per il prossimo 25 ottobre per dire no alle politiche di un Governo che si comporta da elemosiniere” conclude la nota.

Segui Voce della Scuola