Lettera ai Ministri: Riflessione sul merito degli insegnanti di sostegno senza titolo di studi

Lettera ai Ministri: Riflessione sul merito degli insegnanti di sostegno senza titolo di studi

A cura di Redazione Redazione
06 febbraio 2025 12:42
Lettera ai Ministri: Riflessione sul merito degli insegnanti di sostegno senza titolo di studi -
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Gentili Ministri dell’Istruzione e del Merito dell’Università e Ricerca, mi permetto di scriverVi per porre alla Vostra attenzione un tema di grande rilevanza nel contesto scolastico italiano: il riconoscimento del merito dei docenti di sostegno che, pur non possedendo il titolo formale, hanno accumulato un’esperienza significativa e preziosa nel loro lavoro quotidiano.

Negli ultimi anni, il dibattito sull’inclusione scolastica e sull’importanza del sostegno agli alunni con disabilità ha guadagnato crescente attenzione. Tuttavia, spesso si ignora il valore inestimabile di coloro che, attraverso anni di servizio, hanno sviluppato competenze e know-how che vanno ben oltre le nozioni teoriche apprese nei corsi di formazione.

Le recenti disposizioni normative che sono state emanate dal Governo, il DL 71 del 31/05/2024 convertito in Legge 106 del 29/07/2024.hanno finalmente riconosciuto il loro merito.

Il Significato del Merito per noi
Il merito, nel contesto del lavoro educativo, non può essere ridotto semplicemente alla presenza di un titolo accademico. Esso deve comprendere anche le competenze pratiche, le esperienze vissute e la capacità di adattare le conoscenze teoriche alle esigenze reali degli studenti. Gli insegnanti di sostegno senza titolo, ma con una lunga carriera alle spalle, hanno dimostrato un impegno costante nella creazione di ambienti di apprendimento inclusivi e nel supporto dei loro alunni.

Confronto tra Esperienza e TFA Sostegno
Il TFA Sostegno, con i suoi 60 CFU suddivisi in insegnamenti teorici, laboratori e attività di tirocinio, rappresenta un percorso formativo fondamentale. Tuttavia, è cruciale analizzare come esso si confronti con l’esperienza pratica.

1. CFU e Struttura del TFA:
– Gli insegnamenti teorici (36 CFU) offrono conoscenze base, ma spesso non riescono a catturare la complessità delle dinamiche di inclusione.
– I laboratori (9 CFU) sono utili, ma non possono sostituire l’interazione diretta con gli studenti.
– L’attività di tirocinio (12 CFU) è cruciale, ma la sua durata e intensità possono non riflettere le sfide quotidiane del lavoro in aula.
– La prova finale (3 CFU) è un momento di valutazione, ma non rende giustizia all’intero bagaglio di esperienze pratiche accumulate.

2. Esperienza sul Campo:
– Gli insegnanti di sostegno che lavorano da anni sanno gestire la classe, collaborare con famiglie e colleghi, e applicare concretamente la normativa vigente.
– La redazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI) è un’attività che richiede competenze specifiche, sviluppate solo con l’esperienza.
– La capacità di osservare e valutare i progressi degli studenti, adattando le strategie didattiche in tempo reale, è una competenza che si acquisisce solo sul campo.

Conclusione
In sintesi, il merito degli insegnanti di sostegno non può essere valutato esclusivamente in base ai titoli accademici. La loro esperienza pratica, il loro impegno e la loro capacità di affrontare le sfide quotidiane sono elementi fondamentali per garantire un’educazione inclusiva di qualità. È essenziale che il sistema educativo italiano riconosca e valorizzi questi professionisti, aprendo la strada a un dialogo costruttivo che possa portare a politiche più inclusive e giuste.

Voi lo avete riconosciuto, Vi chiediamo pertanto di non farci attendere oltre per l’emanazione dei decreti attuativi

Vi ringrazio per l’attenzione e spero che queste riflessioni possano contribuire a un approfondimento su un tema così cruciale per il futuro della nostra scuola.

Cordiali saluti,

Daniela Nicolò

Gruppo UNiti per INdire

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